Arriva uno dei chiarimenti più attesi, ecco quando secondo la Cassazione le tasse passate, possono essere chieste.
Come un fantasma che fa irruzione da tempo immemore, le tasse passate possono essere richieste? A spiegare come e quando è l’ordinanza n. 24023 della Cassazione risalente al 27 agosto scorso. Questa chiarisce che la cancellazione della società dal registro delle imprese, non fa venire meno l’esercizio dell’azione erariale per il recupero delle imposte dovute, ecco cosa significa.

Entra in gioco la “permanenza artificiosa”, con essa si fa riferimento a quella inerente la società a responsabilità limitata, SRL, prevista in virtù dell’art. n. 28 del DLGS n. 175/2014, il quale non blocca la notificazione degli atti impositivi da parte dell’amministrazione finanziaria al socio unico o all’amministratore.
Questi sono poi chiamati a rispondere in relazione all’art. 36 del DPR n. 602/1973, e questo significa che l’ADE, l’Agenzia delle Entrate, può notificare l’accertamento fiscale direttamente al socio unico della SRL estinta, pure prima che scadi il termine quinquennale previsto in passato.
Cosa succede in questo modo?
Quando le tasse passate possono essere richieste, cosa dice la normativa
Da quanto delineato risulta fondamentale evidenziare l’importanza dell’evoluzione della normativa. Poiché quanto esposto delinea che consolidando in tal modo l’accertamento, si elimina l’attesa di cinque anni che invece si riteneva necessaria per concretizzare la ultrattività fiscale. Ecco come arriva il mutamento fiscale. L’innovazione giurisprudenziale ha solcato tappe precise, quelle finali determinano l’esito tanto inatteso per chi vi rientra.

Arriva un mutamento di gestione fiscale di tipo giurisprudenziale più importante, poiché viene rafforzata la possibilità dello stesso Fisco di agire in maniera rapida ed esaustiva, rispetto i soggetti che sono responsabili per le imposte non pagate dalla società estinta.
L’Agenzia delle Entrate agisce in virtù della piena trasparenza, al fine di rendere la gestione il più efficace possibile, ma non solo. Perché da quanto esposto, si conferma che la norma ha l’obiettivo di semplificare, oltre che rendere funzionale, l’azione del Fisco, nei riguardi delle società estinte.
Si conferisce quindi piena validità agli atti di liquidazione, accertamento, contenzioso e riscossione, per un periodo di cinque anni dalla cancellazione, ma quanto subentra dalla recente interpretazione della Cassazione, è un surplus. Perché la pronuncia consente di notificare gli atti anche prima della scadenza di questo periodo.
In conclusione, agisce direttamente sui soci o amministratori responsabili prima, durante e dopo. Il principio si fonda sull’articolo pocanzi citato nel paragrafo precedente, il n. 36 del DPR n. 602/1973, il quale disciplina la responsabilità dei soggetti chiamati a rispondere per le obbligazioni di matrice tributaria della società estinta. Ecco come le tasse passate possono essere richieste e quando no.