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Economia e Finanza

Tessera sanitaria scaduta, si può buttare? La riposta non è così scontata

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Molte persone commettono l’errore di buttare la tessera sanitaria scaduta. Tuttavia, sarebbe meglio conservarle e riciclarle in questo modo.

Le nuove tessere sanitaria, che l’Agenzia delle Entrare ha iniziato a distribuire a partire dall’1 giugno 2022, sono diverse rispetto a quelle che vanno a sostituire. Infatti, queste ultime presentavano un numero maggiore di servizi, rispetto alle nuove.

Il motivo per il quale le nuove tessere sanitarie sono meno performanti di quelle scadute è dovuto all’assenza del microchip. Le ragioni di tale mancanza sono dovute alla crisi dei conduttori. Si tratta, purtroppo, di una problematica piuttosto seria che sta interessando tutto il settore tecnologico.

La situazione si è scatenata in occasione della pandemia. Tanto da generare un’importante crisi nell’approvvigionamento di questi elementi, indispensabili per la creazione di strumenti tecnologici come smartphone, computer e centraline delle automobili moderne.

Per questo motivo le nuove tessere sanitarie non contengono il piccolo quadratino dorato che rappresentava il microchip.

Tuttavia, lo Stato è intervenuto con una normativa a tutela dei cittadini, stabilendo che le “vecchie” tessere avranno una validità superiore alla data di scadenza segnalata.

Nel frattempo, c’è da attendersi che lo stesso problema interesserà anche bancomat, carte di credito e debito e tutte le tessere che finora sono state munite di microchip. La soluzione che sarà adottata dai vari emittenti di tessere con microchip potrebbe essere la stessa assunta dallo Stato per le tessere sanitarie: ovvero, la proroga dei termini di scadenza.

Tessera sanitaria scaduta: cosa se ne può fare?

Le nuove tessere sanitarie che l’Agenzia delle Entrare ha inviato ai contribuenti a partire dall’1 giugno 2022 sono diverse da quelle a cui ci siamo abituati in questi anni. Infatti, le nuove “card” non contengono il microchip.

Per tale ragione, le piccole tesserine blu dispongono di un numero inferiori di servizi, anche per effetto del passaggio definitivo alle carte d’identità digitali.

Il microchip che caratterizzava le vecchie tessere sanitarie e quelle non ancora scadute, rendeva questo strumento la carta nazionale dei servizi. Le nuove tessere, invece, hanno perso quest’importante caratteristica che permetteva di accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione.

La mancata presenza del microchip sulle tessere sanitarie consegnate dallo Stato a partire dal 1° giugno è dovuta alla carenza di questa componentistica.

La crisi di microchip ha coinvolto diverse aziende in Italia, soprattutto quelle del settore automobilistico, che da mesi sono in stand-by a causa di quest’importante carenza. Tanto che alcune realtà imprenditoriali si sono viste costrette a mettere in cassa integrazione i loro dipendenti, in attesa che la situazione si sblocchi.

Cosa fare con le vecchie tessere?

In un momento di forte difficoltà industriale, causata della carenza di un componente indispensabile in ambito tecnologico, buttare in discarica le vecchie tessere sanitarie scadute è un autentico spreco.

Dunque, coloro che ricevono la tessera sanitaria senza microchip non hanno motivo di allarmarsi, perché si tratta di una situazione diffusa in tutto il Paese e anche oltre i confini.

Tuttavia, lo Stato è intervenuto per tutelare i contribuenti, introducendo una norma ad hoc che prolunga la validità delle “vecchie” tessere fino al 2023. Quindi anche oltre la data di scadenza segnata sulla carta.

Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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