È l’ordinanza n. 12753 del 2025 della Cassazione a spiegare il grosso rischio davanti testamento falso.
Con il testamento falso forse si corre più di un rischio, non solo per le liti in famiglia. Serve un intervento specifico, non ci sono eccezioni, la Cassazione conferma che la falsità di un testamento olografo, può essere contestata solo con un’azione giudiziaria autonoma, non in via incidentale.
È l’ordinanza n. 1275372025 dello scorso 14 maggio della Seconda Sezione Civile della Cassazione a intervenire sulla questione di rilievo accessorio. Si chiarisce che la contestazione dell’autenticità di un testamento non può avvenire in via eccezionale. Questa deve essere proposta in via d’azione, mediante un atto introduttivo che abbia a oggetto l’accertamento della falsità del documento.
La vicenda trae origine da un procedimento di divisione ereditari in cui uno degli eredi legittimi contestava la validità di un testamento olografo, ritenendolo falso e a sua volta inidoneo a regolare la devoluzione ereditaria.
Tale contestazione era sorta in sede di opposizione alla domanda di divisione, sostenuta da un altro coerede in base a quanto predisposto nel documento testamentario.
Il giudice di merito che aveva gestito la pratica, rigettava l’eccezione emersa, ribadendo che la contestazione sulla genuinità del testamento era stava posta in maniera errata. Era necessario apporre l’azione di accertamento, e non nell’ambito della procedura divisoria.
Dello stesso parere è la conferma della Corte d’Appello poi impugnata in Cassazione. Analisi del rischio di contrasto dal testamento falso, come attuare la via d’azione specifica.
In merito alla via d’azione necessaria, la Cassazione con ordinanza 12753/2025 rigetta il ricorso, ribadendo che la contestazione di autenticità del testamento deve avvenire per forza in via d’azione. Dedurre la falsità del testamento non è qualcosa che va fatto a caso. Implica un accertamento di natura tecnico-giuridica sulla provenienza e veridicità della sottoscrizione.
Questa non può essere sollevata come una semplice eccezione nel corso di un giudizio diverso, ma impone la proposizione di una domanda autonoma destinata a ottenere l’accertamento giudiziale della condizione di falsità.
Per cui le ragioni della decisione sono dati dalla struttura e natura del testamento, il quale nelle vesti di atto unilaterale mortis causa, è contraddistinto dalla presunzione di autenticità fino a prova contraria. Inoltre, l’onere della prova a carico di chi contesta, non può essere eluso con una mera eccezione processuale.
Si esige certezza e stabilità, la quale impone un percorso giudiziario specifico, dato dalle regole di accertamento della falsità. La Corte ribadisce l’orientamento consolidato per cui la falsità concreta deve farsi valere con giudizio ordinario di accertamento negativo in cui figurino contraddittorio e la difesa tecnica degli interessati.
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