In molti si chiedono se il TFR contribuisca a formare reddito: attenzione a quello che dichiarate, il Fisco controlla tutto. Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di luce in merito alla questione.
Alcune volte risulta davvero difficile comprendere tutta la disciplina fiscale presente nel nostro Paese: infatti, per moltissimi cosa inserire o meno nella propria dichiarazione dei redditi resta ancora un mistero. In ogni caso, è bene rivolgersi ad un esperto del settore come un commercialista o un centro di assistenza fiscale per comprendere meglio cosa dichiarare ed evitare problemi con il Fisco.
In molti si chiedono, infatti, se il Trattamento di Fine Rapporto contribuisca alla formazione di reddito e quindi vada inserito nella dichiarazione dei redditi. Su questo tema, bisogna prestare particolare attenzione per evitare problemi con il Fisco in merito alla propria dichiarazione. Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di chiarezza in merito alla questione.
Il Trattamento di Fine Rapporto meglio conosciuto con il suo acronimo TFR è un elemento che fa parte della retribuzione mensile ma che viene pagato in una fase successiva dal datore di lavoro: nel dettaglio, si tratta di accantonamenti periodici che subiscono una rivalutazione di anno in anno. Questo trattamento spetta a tutti i lavoratori dipendenti con qualunque tipologia di contratto individuale anche in prova.
Tuttavia, è bene chiarire che il sistema di calcolo attualmente in vigore con per il Trattamento di Fine Rapporto si applica totalmente a tutti i lavoratori che sono stati assunti dopo il 1° gennaio 1990. Inoltre, vi sono alcune categorie di lavoratori che non sono sottoposti alle regole comuni per il calcolo del TFR e sono: giornalisti, lavoratori agricoli, marittimi o lavoratori con cariche dirigenziali.
Infine, occorre chiarire anche la tassazione prevista sulle somme di TFR percepite dal lavoratore: infatti, in questo caso sul Trattamento non si pagano i contributi INPS. Esso è soggetto a tassazione separata sulle somme di TFR percepite “una tantum” dal lavoratore. Tuttavia, è bene precisare se il TFR concorre alla formazione del reddito e quindi, vada inserito all’interno della dichiarazione dei redditi per evitare guai ben più seri con il Fisco. Analizziamo insieme la situazione e facciamo un po’ di chiarezza in merito.
In molti si chiedono cosa sia necessario fare per le somme percepite in merito al TFR: concorrono a formare reddito? Vanno inserite nella dichiarazione dei redditi? Ecco, su questo tema è necessario fare un po’ di chiarezza per evitare problemi più seri con il Fisco. In primo luogo, è bene subito chiarire che le somme percepite a titolo di TFR dal lavoratore non vanno indicate, in linea generale, all’interno del Modello 730.
Tuttavia, vi sono dei casi particolari che derogano a questa regola: infatti, gli importi percepiti a titolo di liquidazione TFR dai lavoratori come collaboratori domestici, baby-sitter e badanti ed esclusivamente nel caso in cui il datore di lavoro non sia sostituto d’imposta, vanno inseriti all’interno della dichiarazione dei redditi.
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