L’accordo prevede migliaia di uscite e centinaia di assunzioni minimizzando l’impatto per chi sceglierà l’uscita volontaria con uno scivolo di 5 anni attraverso l’isopensione.
Mentre sul piano generale Tim dovrà tagliare circa 9.000 posti entro il 2030 per accelerare la cessione della sua rete, la società collabora per contenerne le ricadute sociali.
Entro i prossimi otto anni il 20% della sua forza lavoro verrà tagliata includendo nel conteggio le uscite volontarie e pianificate e pensionamenti. La lunga e complessa trattativa di questi mesi si regge su 4 pilastri. 27 mila lavoratori saranno coinvolti in un progetto di formazione, riqualificazione e riduzione dell’orario di lavoro del 10%, 15% e 25% a seconda delle mansioni.
Oltre questo è previsto un piano di accompagnamento alla pensione che riguarderà 2.200 lavoratori di TIM, Olivetti, Noovle, Sparkle e Telecontact Center. Tramite l’isopensione verrà garantito uno scivolo di 5 o 6 anni che consentirà al lavoratore di ammortizzare quasi totalmente l’impatto economico dell’uscita anticipata. Il piano di rinnovamento prevede inoltre la formazione e l’affiancamento dei giovani fino a 650 nuove assunzioni. La messa in opera del nuovo assetto operativo di Tim può rimettere in attivo la società sgravandola di circa 10 miliardi di euro di indebitamento.
Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi ieri sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato la Relazione Finanziaria al 30 giugno 2022. È stato raggiunto il 70% del target di contenimento dei costi per l’intero 2022, mentre i ricavi da servizi del semestre rimangono stabili a 7 miliardi di euro.
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