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Borsa e Mercati

Amazon e Netflix: trimestrali in vista e ansia su cosa può succedere alle quotazioni

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Si fanno sentire i ribassi del settore tecnologico, il listino affonda sulla stretta Usa dell’esportazione di semiconduttori verso la Cina.

Ecco cosa può succedere alle società come Amazon e Netflix questo mese in vista delle trimestrali.

Rimane incerto e vulnerabile il mercato del settore tecnologico particolarmente sensibile alle prospettive di crescita o rallentamento. Le tensioni in Ucraina rimangono il centro delle preoccupazioni per il futuro dell’Ue, la più colpita tra le grandi economie.

Oltre a questo si intensificano le politiche controverse diffuse in Cina per arginare la diffusione del Covid. Tutto ciò è in grado di influire anche sulle quotazioni di aziende consolidate e con un ottimo giro d’affari.

I venti contrari dell’economia colpiscono Amazon e Netflix dovrà superare l’esame della fiducia sul suo progetto

Tra queste Amazon che affronta i venti contrari, costituiti da aumento del costo del carburante, inflazione, tassi di cambio e in generale al calo della fiducia dei consumatori. Le attese sui ricavi per il terzo trimestre sono pari a 127,84 miliardi di dollari, per una crescita su base annua di circa il 15%. La società dovrebbe quindi raddoppiare la crescita rilevata nei trimestri precedenti, che nel primo e secondo trimestre è stata di circa il 7%.

I timori di una recessione già all’inizio del 2023 possono decurtare i margini di ricavo soprattutto a causa della riduzione dei consumi. Le quotazioni Amazon sono attualmente sotto prezzate con un valore di 112,2 dollari inferiori alla media degli ultimi cinque anni. Questi livelli possono costituire un punto di accumulazione fino alla soglia psicologica dei 100 dollari. Un range di prezzo quello attuale in cui gli investitori più propensi al rischio investono con una aspettativa di lungo termine, attendendo un ritorno almeno ai massimi estivi a circa 145 dollari.

Non tutti a Wall Street partecipano alla scommessa per la corsa rialzista. È il caso di Netflix ha realizzato una grande aspettativa negli ultimi tre mesi; il valore delle azioni è aumentato del 18% circondando le prossime trimestrali dell’azienda dell’ottimismo per l’introduzione della pubblicità nel suo servizio.

L’aspettativa è un aumento degli abbonati fino a 22 milioni e 2,65 miliardi di fatturato derivante solo dalle vendite degli spazi pubblicitari entro i prossimi tre anni. La piattaforma mira a raggiungere questi risultati a livello globale grazie alla nuova formula economica, compensata dalla presenza di spot pubblicitari. La maggior parte dei nuovi abbonati dovrebbero arrivare dal mercato americano.

Nonostante questo dal suo ultimo rapporto sugli utili, Netflix ha sovraperformato il mercato sulla scia di perdite di abbonati meno peggiori del previsto nel Q2, accompagnate da un crescente ottimismo degli investitori sulle iniziative dell’azienda.

L’accordo di Microsoft con Meta per riunioni lavorative virtuali

Un’altra società nel settore tecnologico prepara la svolta che può nutrire l’aspettativa degli investitori per nuovi rialzi delle quotazioni.  Mark Zuckerberg ha presentato il nuovo accordo tra Meta e Microsoft. Lo scopo è rare riunioni virtuali utilizzando un visore per collegarsi in un ambiente 3D.

Mesh for Microsoft Teams si basa su anni di ricerche e innovazioni ed è stato progettato per aiutare le persone a riunirsi virtualmente  su qualsiasi dispositivo, compresi smartphone, laptop e cuffie per la realtà mista. Mark Zuckerberg amministratore delegato di Meta, ha cambiato il nome dell’azienda un anno fa per riflettere il suo impegno verso il metaverso e lo sviluppo di servizi e prodotti correlati.

Mentre le aziende cominciano a guardarsi intorno per potere integrare le principali applicazioni Microsoft con la tecnologia VR le azioni di Meta sono in grande crisi. La società conosciuta una volta come Facebook ha perso circa il 57% del suo valore rispetto a circa un anno fa. Il crollo di Meta supera sia quella del Nasdaq (-9,8%) che quella di Microsoft (-14%) nonché di Alphabet (-25%) e di Amazon che ha perso il 27%.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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