Trucchetto furbo per eludere il Fisco: un anno di reclusione “adesso non si scherza più”

Guai chi pensa di eludere il Fisco con questo trucchetto, un anno di reclusione è garantito!

Trasferisce immobili di proprietà figurando egli stesso come beneficiario insieme alla moglie, condannato alla reclusione per un anno ai sensi dell’articolo 11, Dlgs 74/2000. Non si può eludere il Fisco, nemmeno per scherzo.

sfondo con carte Fisco e banconote euro e post it con scritta rischio reclusione e segnale pericolo
Trucchetto furbo per eludere il Fisco: un anno di reclusione “adesso non si scherza più”- Trading.it

Si tratta di un trust “autodichiarato”, integrando il reato di sottrazione fraudolente al pagamento delle imposte. Questo perché è un meccanismo che serve a separare il patrimonio personale da quello segregato nel trust. In questo modo si elude il Fisco in merito al pagamento del debito.

La Cassazione nella sentenza n. 20862 dell’11 maggio 2018 afferma che si concretizza uno sham trust che integra il reato, sia quando l’atto è nullo, sia quando è simulato secondo il codice civile.

La questione trae origine dal ricorso dell’imputato alla sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato alla reclusione per il reato ai sensi dell’art. 11 del DLGS 74/2000. Per i giudici si era sottratto al pagamento delle importi sui redditi e l’IVA in maniera fraudolenta, trasferendo gli immobili di proprietà a un trust di cui era beneficiario con la moglie.

Per l’imputato, essendo uno sham trust che ha la mancanza del trasferimento a terzi di beni, e con la coincidenza tra settlor e trustee, questo sarebbe da considerare nullo. Nullità da cui sarebbe dovuta derivare l’assoluzione perché il “fatto non sussiste”.

I giudici di primo e secondo grado ritengono l’atto simulato, non nullo. Anche perché il trust era costituito solo per non pagare il debito erariale, scaturendo da ciò un meccanismo ben studiato. La Cassazione ritiene infondata la tesi difensiva.

Mai tentare di eludere il Fisco, ecco come si rischia la reclusione

Risulta fondamentale comprendere il giudizio della Corte d’Appello, specie nel rischio di ricadere nella condanna della reclusione.

carte fiscali, monete e calcolatrice con penna
Mai tentare di eludere il Fisco, ecco come si rischia la reclusione- Trading.it

Per la Corte d’Appello un trust “autodichiarato” non può essere considerato nullo “ex lege”, per la sola coincidenza tra disponente e trust.

Non si può dire che ogni trust autodichiarato si possa definire inesistente o nullo. Come ricorda giustamente la Corte, nell’ordinamento italiano non c’è una norma che vieti anche solo indirettamente, la possibilità da cui dar vita a un trust autodichiarato da cui derivi la nullità dell’atto.

Nel caso delineato, si parla di trust simulato sia per la coincidenza tra settlor e trustee, ma anche per elementi che hanno fatto dubitare sulla perdita di controllo dei beni dopo la creazione del trust, persino in relazione ai poteri che il disponente si riserva.

La sanzione è destinata a chi “aliena simulatamente” o compie atti fraudolenti su beni che possiede o in quelli di altri, il tutto idoneo a rendere efficaci misure di riscossione coattiva, perché “in apparenza”, crea una situazione differente.

Il reato è stato definito di “pericolo concreto”, bisogna valutare ex ante l’idoneità dell’atto che fa rischiare la garanzia patrimoniale del debito vantato dall’Erario. Questo principio vale anche nel caso di atto nullo, perché la norma tutela l’interesse pubblico, e fa evitare che il contribuente si sottragga dal pagamento della spesa pubblica.

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