Non è solo una questione di turni: quando assisti un familiare disabile, ogni ora conta. E se esistesse un diritto poco conosciuto che ti permette di dire no al lavoro notturno?
Una recente sentenza lo conferma. Ma come si scopre un diritto così importante? Giorgio e Lisa ci sono arrivati per caso, durante un incontro al CAF. E da quel giorno, niente è stato più come prima.
Giorgio fa il tornitore e lavora su tre turni. Lisa è infermiera e alterna turni mattutini, pomeridiani e notturni. Entrambi convivono con una situazione familiare delicata: assistono un genitore con disabilità riconosciuta. Per anni si sono adattati, stanchi ma rassegnati. Finché un giorno, parlando con un operatore del CAF, sentono nominare una sentenza della Cassazione che apre nuove possibilità per chi si prende cura di un familiare disabile.
“Lo sa che se siete caregiver potete chiedere l’esonero dai turni notturni?” dice l’operatore, mentre scorrono i moduli tra le mani. Giorgio e Lisa si guardano increduli. Nessuno glielo aveva mai detto.
Tornano a casa, fanno ricerche, leggono la Legge 104 con occhi nuovi. Quello che scoprono li spinge a fare un passo importante: scrive al datore di lavoro chiedendo l’esonero dal lavoro notturno.
Tutto ruota attorno all’articolo 3 della Legge 104. Il comma 1 descrive chi ha una disabilità tale da generare svantaggi sul piano sociale o lavorativo. Il comma 3 definisce la disabilità grave, quella che riduce l’autonomia e richiede assistenza continua. Per anni, solo i caregiver di familiari con disabilità grave potevano evitare i turni di notte.
Ma qualcosa è cambiato. Con l’ ordinanza n. 12649 del 2023, la Cassazione ha chiarito che il diritto all’esonero riguarda entrambi i casi: non serve il riconoscimento della disabilità grave per dire no al lavoro notturno. Basta che la persona assistita abbia una disabilità certificata ai sensi del comma 1.
Questo significa che il lavoratore, se presta assistenza effettiva e continuativa, ha il diritto di chiedere l’esonero dal lavoro notturno, dai turni di reperibilità e dalla pronta disponibilità. Il Ministero del Lavoro ha specificato che “avere a carico” una persona disabile non è solo una questione fiscale, ma riguarda l’assistenza concreta, regolare e adeguata.
Giorgio e Lisa, dopo aver inoltrato la richiesta corredata di documentazione, ottengono l’approvazione. Da quel momento, non sono più costretti a lavorare di notte. Hanno ritrovato energie, serenità e un equilibrio familiare più sostenibile.
A volte i diritti esistono, ma restano nascosti finché qualcuno non li tira fuori. E se quel “qualcuno” fosse un operatore di sportello? È una storia semplice, ma che può cambiare la vita. Ti sei mai chiesto se anche tu potresti rientrare in questa possibilità?
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