Usufrutto ai genitori sulla prima casa: il Fisco non può togliere il bonus, la svolta inaspettata

Quando si acquista una casa con il bonus prima casa, la sensazione è quella di aver finalmente raggiunto un traguardo importante. Ma con i vantaggi fiscali arrivano anche tanti vincoli e timori, soprattutto per ciò che riguarda l’uso dell’immobile nei primi cinque anni.

Una recente sentenza della Cassazione ha finalmente chiarito un punto molto delicato: è possibile concedere l’usufrutto ai propri genitori senza perdere le agevolazioni. Una svolta che protegge il contribuente e riconosce il valore delle scelte familiari, senza far scattare sanzioni solo per aver aiutato un familiare. Il diritto di proprietà, se non viene trasferito, resta intatto e il bonus prima casa non può essere revocato.

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Usufrutto ai genitori sulla prima casa: il Fisco non può togliere il bonus se la proprietà non viene trasferita-trading.it

Le agevolazioni legate all’acquisto della prima casa rappresentano un importante risparmio per chi decide di comprare un’abitazione da destinare a residenza principale. Prevedono imposte ridotte, ma vincolano il contribuente a non vendere o cedere la casa per almeno cinque anni. Negli anni, molte persone si sono trovate nella posizione di voler destinare l’immobile a un genitore o a un altro familiare, senza sapere se ciò potesse far decadere il beneficio.
Il caso arrivato alla Corte di Cassazione è emblematico: un contribuente ha acquistato una casa con le agevolazioni fiscali e, poco dopo, ha concesso ai genitori l’usufrutto dell’immobile, mantenendo per sé la nuda proprietà.

L’Agenzia delle Entrate ha ritenuto l’operazione equiparabile a una cessione e ha chiesto la restituzione del bonus, con interessi e sanzioni. Il contribuente ha fatto ricorso, e la vicenda è arrivata fino ai giudici supremi.

La Cassazione afferma che l’usufrutto ai genitori sulla prima casa non fa perdere il bonus se la proprietà rimane al contribuente

La Corte di Cassazione ha deciso con l’ordinanza n. 25863 del 22 settembre 2025 che la concessione dell’usufrutto non equivale a un trasferimento di proprietà. Secondo i giudici, il bonus prima casa si perde solo in presenza di una cessione effettiva del bene, come una vendita o una donazione completa. Nel caso esaminato, invece, il proprietario aveva conservato la titolarità dell’immobile, limitandosi a concedere ai genitori il diritto di utilizzo.

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La Cassazione afferma che l’usufrutto ai genitori sulla prima casa non fa perdere il bonus se la proprietà rimane al contribuente-trading.it

Il diritto di usufrutto consente a chi lo riceve di abitare e godere della casa, ma non ne cambia il proprietario. Il Fisco, hanno chiarito i giudici, non può estendere in modo arbitrario le cause di decadenza previste dalla legge. Concedere l’usufrutto ai propri genitori, quindi, non solo è lecito, ma non comporta nessuna perdita delle agevolazioni, se non vi è un trasferimento della proprietà. Il principio stabilito è importante perché pone un limite alle interpretazioni troppo rigide dell’amministrazione finanziaria e rafforza la sicurezza giuridica per i cittadini.

Questa sentenza segna un punto fermo anche per casi simili futuri.

Una sentenza che tutela la gestione familiare della casa e offre più sicurezza ai contribuenti che hanno beneficiato del bonus

La decisione della Cassazione ha un impatto diretto su moltissime situazioni reali. Concedere l’usufrutto ai propri genitori per motivi di assistenza o supporto non può più essere visto come un comportamento scorretto. Chi ha acquistato una casa con le agevolazioni prima casa potrà ora sentirsi più libero di agire secondo necessità familiari, senza paura di perdere il bonus. La chiave resta il mantenimento della proprietà: finché questa non viene trasferita, l’agevolazione è salva.
Anche per i consulenti fiscali e i notai, la sentenza offre un riferimento chiaro da seguire in casi analoghi.

Si tratta di un riconoscimento importante della realtà quotidiana di tanti contribuenti, che spesso si trovano a dover bilanciare regole fiscali e responsabilità familiari. Questa pronuncia contribuisce a rendere più giusta l’applicazione delle norme, proteggendo chi agisce in buona fede e nell’interesse della propria famiglia.
Un messaggio chiaro: la casa, se non viene venduta o donata, resta sotto tutela fiscale anche se viene utilizzata da altri membri del nucleo familiare. Una risposta finalmente all’altezza delle esigenze di chiarezza, equità e rispetto per le scelte personali.

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