Vendere casa prima dei 5 anni può cambiare tutto. Una scelta che sembra semplice può nascondere conseguenze poco note e spesso sottovalutate. È un attimo trovarsi di fronte a regole stringenti che rimettono tutto in discussione.
Se c’è un punto che sorprende molti, è quanto sia facile perdere vantaggi fiscali a causa di un dettaglio apparentemente secondario. Ma cosa succede esattamente quando si cede un immobile agevolato troppo presto? E c’è davvero una via per evitare di restituire tutto allo Stato? Una normativa precisa ma anche piena di sfumature racconta una storia che vale la pena capire fino in fondo.

Per chi ha acquistato casa usufruendo delle agevolazioni fiscali “prima casa”, cambiare abitazione può sembrare una semplice evoluzione personale o familiare. Spostarsi per lavoro, separarsi o voler migliorare la qualità della vita sono situazioni comuni. Ma quando la vendita dell’immobile avviene entro i primi cinque anni dall’acquisto, entrano in gioco regole fiscali molto rigide. In queste situazioni, non basta avere motivazioni valide: la legge impone delle condizioni precise per non perdere i benefici ottenuti.
La cessione dell’immobile acquistato con le agevolazioni “prima casa” prima dei cinque anni comporta la perdita automatica dei vantaggi fiscali. Questo significa restituire le imposte risparmiate, maggiorate di interessi. Tuttavia, la normativa prevede un’eccezione: se, entro dodici mesi dalla vendita, si acquista un altro immobile da adibire ad abitazione principale, la decadenza si evita. È una possibilità importante, ma con delle condizioni ben precise, che non tutti conoscono o rispettano.
Quando non basta acquistare un altro immobile
Acquistare un immobile entro un anno dalla vendita può salvare dalle sanzioni fiscali, ma non sempre. La legge richiede che si acquisisca la piena proprietà e non solo un diritto di godimento, come l’usufrutto o il diritto di abitazione. Anche se l’intento è quello di viverci, il Fisco considera queste forme insufficienti. A chiarirlo è stata l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 192 del 2024. Se si acquista solo l’usufrutto, si perde comunque il beneficio fiscale legato al primo acquisto.

Una via alternativa per evitare la decadenza esiste: ricevere in donazione un altro immobile entro l’anno. In questo caso, anche se l’operazione è a titolo gratuito, si mantiene il diritto alle agevolazioni per la prima casa, purché l’immobile venga destinato ad abitazione principale. Lo ha confermato anche l’Agenzia delle Entrate nella risoluzione n. 49 del 2015. Dunque, il fattore decisivo non è il costo, ma la tipologia e la finalità dell’acquisto.
Se però l’operazione non soddisfa i requisiti, la decadenza è inevitabile. La buona notizia è che, anche in questi casi, il contribuente potrà comunque chiedere nuovamente i benefici prima casa per un nuovo atto, come l’acquisto di un usufrutto, a patto che vengano rispettate tutte le condizioni previste. Conoscere a fondo queste sfumature fa la differenza tra un risparmio e una brutta sorpresa.