Vacanze e pagamenti con la carta, il Fisco non fa sconti a nessuno

Pagare con la carta in vacanze può celare una serie di pericoli. In quali casi il Fisco procede con gli accertamenti?

Utilizzare carte prepagate, bancomat e carte di credito per le comuni transazioni mentre si è in vacanza è molto diffuso. Nonostante la facilità dei pagamenti digitali, tuttavia, in alcuni casi potrebbero sorgere problemi con il Fisco, soprattutto quando vengono rilevate spese di importo particolarmente elevato rispetto alla situazione finanziaria dichiarata.

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Vacanze e pagamenti con la carta, il Fisco non fa sconti a nessuno (trading.it)

Un’altra ipotesi in cui potrebbero essere disposti accertamenti da parte dell’Amministrazione finanziaria è quella in cui si anticipano e ci si fa carico dei costi per gli amici, perché gli eventuali bonifici in entrata e in uscita potrebbero essere considerati sospetti. Cosa fare, dunque, per tutelarsi e godersi le meritate vacanze senza rischi?

Paghi con la carta in vacanza? Segui questi accorgimenti per evitare sanzioni dal Fisco

I pagamenti elettronici sono sempre tracciabili. Anche quando vengono effettuati in vacanza, dunque, bisogna prestare massima attenzione a non incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il Fisco dispone di tutte le informazioni relative alle transazioni e ai movimenti dei correntisti, grazie alla collaborazione da parte delle banche, degli uffici postali e di tutti gli operatori finanziari.

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Paghi con la carta in vacanza? Segui questi accorgimenti per evitare sanzioni dal Fisco (trading.it)

Tramite l’Anagrafe dei Rapporti Finanziari, può comparare le spese effettuate con il reddito dichiarato e scovare eventuali ipotesi di evasione fiscale. Se, dunque, pagate soggiorni in strutture lussuose, cene costose in ristoranti stellati e voli internazionali, potreste far insospettire l’Agenzia delle Entrate, che accerterà che tali costi siano compatibili con le entrate comunicate. I contribuenti, di conseguenza, potrebbero essere chiamati a fornire spiegazioni e provare l’origine del denaro speso.

In caso di controlli, si consiglia sempre di conservare la documentazione per giustificare i costi sostenuti. Ai sensi dell’art. 32 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 29 settembre 1973, l’Amministrazione finanziaria può procedere ad accessi, ispezioni e verifiche, può invitare i contribuenti a comparire di persona o per mezzo di rappresentanti per fornire dati e notizie rilevanti per gli accertamenti e invitare gli interessati a esibire o a trasmettere atti e documenti rilevanti per tali verifiche.

I contribuenti coinvolti, di conseguenza, possono difendersi esibendo la documentazione relativa alle spese, come ricevute, scontrini, contratti di compravendita e bonifici. Nel caso in cui si sappia che non ci sono attività illecite da nascondere, non ci sono pericoli. Tutti coloro che usano le carte di pagamento in vacanza, dunque, devono tenere traccia di tutti i movimenti ed essere pronti a esibirne le prove in caso di controlli.

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