Un gestore leggendario annuncia un possibile rally straordinario di Wall Street seguito da un crollo epocale come nel 1929. Le sue previsioni scuotono mercati e investitori.
Nel mondo della finanza capita che bastino poche dichiarazioni a cambiare l’umore dei mercati. Quando a parlare è Mark Spitznagel, fondatore di Universa Investments e allievo di Nassim Nicholas Taleb, l’attenzione si concentra subito sulle sue parole. Conosciuto come “l’uomo del crash”, ha costruito la propria fama grazie a guadagni ottenuti durante momenti di forte turbolenza.
Le sue analisi mescolano prospettive di rally e scenari di crollo, creando un contrasto che affascina e inquieta. La strategia che utilizza – la cosiddetta protezione dal rischio di coda – ha prodotto risultati sorprendenti in occasione del fallimento di Lehman Brothers e del collasso legato al Covid-19. Alcuni osservatori sostengono che non si tratti di previsioni puntuali, ma di un approccio che guadagna nei casi estremi.

Il contesto attuale, con tassi di interesse in calo, valutazioni elevate e un clima di euforia, sembra ricordare fasi storiche di eccessiva fiducia. Molti si chiedono se i segnali di oggi siano davvero simili a quelli che precedettero il 1929. Le domande che emergono riguardano la capacità degli investitori di resistere all’euforia e di riconoscere i limiti del mercato azionario.
Previsioni di rally e analogie con il 1929
Secondo Reuters, Spitznagel prevede che l’indice S&P 500 possa registrare ancora un rialzo di circa il 20 % prima di un possibile collasso. In tale scenario, l’indice potrebbe raggiungere quota 8.000 punti prima di una correzione drastica che lui paragona a un crollo fino all’80 %.
Il parallelismo con il 1929 è esplicito: nei primi mesi di quell’anno, le azioni segnarono guadagni record prima di un tracollo che segnò l’inizio della Grande Depressione. Il Wall Street Journal ricorda che dal 1980, nei dodici mesi che hanno preceduto i mercati ribassisti, l’S&P ha garantito un rendimento medio del 26 %. L’ultimo rally prima del crollo del 1929 fu addirittura più del doppio di questa media.

Questi dati rafforzano l’idea che una fase euforica possa precedere un’inversione improvvisa. Per Spitznagel, il pericolo risiede proprio nella convinzione che il rialzo non possa finire.
Strategie, rischi e segnali da monitorare
La strategia di Universa consiste nell’acquistare strumenti derivati che proteggono da eventi estremi. Questi contratti hanno un costo costante ma generano enormi profitti quando si verificano crolli di mercato. Spitznagel sottolinea che il rischio maggiore non è il mercato in sé, ma la reazione emotiva degli investitori, che spesso vendono nel panico e perdono i guadagni delle fasi rialziste.
Altri segnali alimentano la sua visione. Secondo State Street, l’esposizione azionaria degli investitori istituzionali ha raggiunto livelli paragonabili al 2007, subito prima della crisi globale. Anche le famiglie americane hanno portafogli più esposti alle azioni rispetto ai tempi della bolla tecnologica. Inoltre, il premio per detenere obbligazioni investment grade è sceso ai minimi da decenni, indicando che il mercato sottovaluta i rischi.
Il Wall Street Journal segnala che i volumi di scambio sono vicini ai record storici, un chiaro segnale di euforia. Spitznagel paragona gli interventi della Federal Reserve ai tentativi di spegnere ogni incendio boschivo: se non si lascia bruciare un po’, si accumula troppa legna secca e il rischio finale è un incendio devastante.
Molti esperti, tra cui Barron’s, sottolineano che la protezione dal rischio di coda può funzionare per fondi pensione e grandi investitori, ma non è adatta a tutti. Per i risparmiatori, la disciplina di lungo periodo resta l’unico strumento per resistere a crisi finanziarie e mantenere la rotta in contesti incerti.