Si parla di rivoluzione, ma in realtà è qualcosa di più sottile: un cambiamento che tocca le tasche, silenzioso ma concreto. La nuova Irpef 2025 entra in vigore con regole più snelle, nuovi bonus e stretti paletti per chi ha familiari fuori dall’Italia.
Tutto nero su bianco nella circolare n. 4/E dell’Agenzia delle Entrate, e ciò che sembra tecnica contabile, si trasforma in effetti pratici per milioni di contribuenti. L’obiettivo? Rivedere il modo in cui si paga l’imposta sul reddito. Ma non tutto gioca a favore dei contribuenti.
Detrazioni e bonus: cosa resta fuori secondo l’Agenzia delle Entrate- trading.itL’Italia fiscale è in pieno rinnovamento. Con la Legge di Bilancio 2025 e il decreto attuativo della riforma fiscale, si apre una nuova fase, meno frammentata e, in teoria, più equa. Ma l’equità è un concetto delicato: c’è chi guadagna, chi resta stabile e chi invece perde qualcosa. Un po’ come quando si stringono le viti di una macchina: alcune parti tengono meglio, altre si irrigidiscono.
Nel testo della circolare 4/E dell’Agenzia delle Entrate, il cambiamento viene fotografato con precisione. Le novità toccano chi lavora, chi ha figli, chi vive in condizioni economiche fragili. Gli effetti si vedranno in busta paga, ma anche nella dichiarazione dei redditi, nelle scelte di chi valuta un secondo impiego, e nella pianificazione familiare.
L’Agenzia delle Entrate certifica il passaggio da quattro a tre scaglioni Irpef. Una semplificazione sulla carta, che però modifica il peso fiscale su diverse fasce di reddito. Le nuove aliquote sono: 23% fino a 28.000 euro, 35% da 28.001 a 50.000 euro, e 43% oltre i 50.000 euro.
Chi si colloca nella fascia tra 15.000 e 28.000 euro vede un vantaggio immediato, grazie a un’aliquota ridotta. Il vero impatto, però, si misura sui lavoratori dipendenti, che ricevono detrazioni maggiorate e, per chi guadagna poco, anche un bonus escluso dal reddito.
La detrazione sale a 1.955 euro per chi non supera i 15.000 euro. Un aiuto concreto che si somma al mantenimento del trattamento integrativo. In pratica, si evita che il nuovo calcolo porti a una perdita di benefici, assicurando continuità agli aiuti destinati alle fasce più deboli.
Per i redditi fino a 20.000 euro, arriva una somma aggiuntiva che non concorre alla formazione del reddito. L’importo si calcola sull’intero reddito annuale, e vale anche in presenza di più contratti. Chi guadagna tra 20.000 e 32.000 euro riceve una detrazione automatica di 1.000 euro, che si riduce gradualmente fino a scomparire oltre i 40.000 euro.
Le modifiche non si fermano alle aliquote Irpef. La circolare 4/E dell’Agenzia delle Entrate precisa i nuovi criteri per accedere alle detrazioni familiari. Dal 2025, la detrazione per i figli a carico sarà concessa solo tra i 21 e i 30 anni, con l’esclusione dei figli disabili da questo vincolo.
Per quanto riguarda gli altri familiari, il beneficio resta solo per ascendenti conviventi, lasciando fuori fratelli e parenti acquisiti.
La novità più incisiva riguarda i familiari all’estero: se non risiedono in Italia, e non sono cittadini UE o dello Spazio economico europeo, le agevolazioni decadono. Anche i fringe benefit del datore di lavoro ne risentono, se i requisiti aggiornati non sono rispettati.
Un cambiamento che appare tecnico, ma che rimescola equilibri consolidati. Il fisco entra così in un terreno più selettivo, premiando alcune situazioni e restringendo i margini per altre.
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