Quadri E e G nel mirino per 730 e crediti d’imposta, la confusione è tanta, guida per comprenderne la gestione.
La Dichiarazione dei redditi è studiata in modo da divenire sempre più agevole, ma di recente si sono riscontrati dei forti rischi. 730 e crediti d’imposta sono al centro della questione, specie perché gli errori possono essere molteplici.

La gestione della Dichiarazione dei redditi cerca di ottimizzare tempi e efficacia, ma a volte la modalità “smart” potrebbe far ricadere in errori che per alcuni appaiono “scontati”, ma che in realtà sono gravi perché alterano il computo finale.
Proprio per questo vanno evidenziati, anche perché in ogni Rigo devono essere indicati dei dati specifici.
Non solo se si sbaglia rigo si cade in errore, perché non è detto che i suddetti dati per quanto inseriti nelle Sezione o Colonna corretta che sia, siano a loro volta giusti nella trascrizione.
Tante insidie per cui è fondamentale avere un consulente che guidi nella pratica. Basta pensare che il primo della lunga lista di errori che si possono conseguire è quello di sbagliare l’identificazione del credito, inserendone uno sbagliato nel Rigo G15 o in altre sezioni. Ne consegue un mancato riconoscimento del credito che spetta davvero.
Bisogna consultare le istruzioni per considerare il codice esatto, poiché è quello che corrisponde al credito di cui si ha davvero diritto. Da qui, segue un altro errore sul credito, quando non è proprio corretto. Porne uno maggiore a quello che spetta mediante calcolo legato a normativa, documentazione di spesa e altre attestazioni, è un errore che genera sanzioni e restituzioni di credito non dovuto! Non roba da poco, anche perché gli errori costano caro.
Tutti gli errori per 730 e crediti d’imposta, come non sbagliare la Dichiarazione
Di errori nel 730 ce ne possono essere degli altri, non solo crediti d’imposta. Sono tanti gli elementi da riportare, infatti non è assurdo dimenticare di inserirli.

Se la documentazione manca ed è incompleta, si ricade in un altro grosso errore. Beneficiare di un credito d’imposta è possibile se si conserva la documentazione che ne comprova il diritto. Si parla di fatture, ricevute di pagamento, comunicazioni e tutto ciò che può servire a questo fine. Se l’ADE controlla e riscontra ciò, si perdono in automatico i vantaggi.
Ancora se si manca il rispetto dei requisiti, si rischia il disconoscimento del beneficio. Perché ogni credito ha specifici elementi soggetti e oggettivi da rispettare, e non verificare questo è un guaio.
Tra gli errori, ci sono quelli legati al riporto. Infatti, per i crediti divisi in più quote l’anno, bisogna riportare correttamente la quota che spetta per l’anno d’imposta in corso, sempre tenendo conto di eventuali crediti residui degli anni precedenti.
Ultimo errore, si può fare confusione tra crediti e detrazioni/deduzioni, e si arriva ai Quadri G e E. Anche se tutte e due sono agevolazioni, i crediti d’imposta del Quadro G sono diversi dalle detrazioni dell’E e dalle altre deduzioni. Indicare oneri in sezioni sbagliate, fa sbagliare il calcolo dell’imposta.