Warren Buffett e l’Italia: cosa succederebbe se investisse davvero a Piazza Affari?

Cosa accadrebbe se uno degli investitori più famosi al mondo puntasse improvvisamente il mirino verso Piazza Affari? E se tra le azioni italiane ce ne fosse una in grado di far breccia nel cuore finanziario di Warren Buffett? Questa non è una previsione, né una certezza, ma una riflessione stimolante che apre le porte a un universo di possibilità.

Una piccola ipotesi, un esperimento mentale, che parte da una constatazione: Buffett ha mostrato solo un fugace interesse per l’Italia. Ma le cose, si sa, cambiano. E quando cambiano, lo fanno all’improvviso.

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Warren Buffett e l’Italia: cosa succederebbe se investisse davvero a Milano?-trading.it

Negli ultimi anni, qualcosa si sta muovendo nel nostro mercato azionario. Alcuni segnali iniziano a diventare più nitidi, mentre altrove i rendimenti stentano. E se Buffett se ne accorgesse?
Non si tratta solo di numeri o bilanci, ma di fiuto. Di quella capacità quasi istintiva che il “Saggio di Omaha” ha sempre avuto. E allora, quale azienda italiana potrebbe davvero incontrare il suo gusto?
Tutto parte da un dubbio legittimo: perché non ha investito seriamente in Italia? E si sviluppa in una domanda più intrigante: e se lo facesse domani?

Buffett e la Borsa italiana: una distanza che incuriosisce

Warren Buffett, attraverso Berkshire Hathaway, ha mantenuto un coinvolgimento molto limitato con il mercato italiano. L’unico caso concreto è stata la partecipazione in Cattolica Assicurazioni, acquistata nel 2017 e venduta nel 2021 in seguito all’offerta di acquisto da parte di Generali. Un episodio isolato, più opportunistico che strategico.

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Eppure, oggi la Borsa italiana inizia ad attrarre l’attenzione di chi cerca valore. Dopo vent’anni di andamento fiacco, l’indice FTSE MIB ha ritrovato un certo slancio. Le valutazioni delle aziende italiane restano contenute rispetto ad altri mercati europei, con rapporti prezzo/utili che spesso non superano la soglia di 10. Questo dettaglio non sfugge a chi come Buffett ha sempre cercato titoli sottovalutati ma solidi.

L’Italia, però, presenta alcune caratteristiche che potrebbero aver tenuto lontano l’investitore americano: una capitalizzazione complessiva ancora bassa, alta presenza statale in settori strategici, instabilità politica e una scarsa liquidità su molte azioni. Elementi che non facilitano investimenti di lungo periodo su larga scala. Ma i tempi cambiano. E con essi anche la percezione del rischio.

Se Buffett comprasse un’azione italiana, quale potrebbe essere?

Immaginare un possibile interesse di Warren Buffett per un’azione italiana è un esercizio puramente ipotetico, ma interessante. Quali aziende potrebbero piacergli davvero? La risposta va cercata tra le società che mostrano una gestione prudente, un’attività comprensibile e flussi di cassa stabili.

Un esempio plausibile è  Banca Mediolanum: un gruppo con una forte identità, guidato da una famiglia imprenditoriale e con un modello di business orientato alla redditività sostenibile. Niente di eclatante, ma affidabile. Proprio come piace a Buffett.

Altri nomi che potrebbero suscitare curiosità sono Terna, operatore infrastrutturale nel campo dell’energia, o Amplifon, leader mondiale in un settore ad alta crescita come quello dell’udito. Entrambe operano in mercati che difficilmente vedranno cali improvvisi, e questo per un investitore orientato al lungo termine rappresenta un vantaggio competitivo.

Chiaramente, non si tratta di scommesse, ma di profili coerenti con l’approccio di Buffett. Se mai dovesse decidere di investire in Italia, è probabile che guarderebbe più alla solidità che alla moda del momento. E questo potrebbe cambiare anche il modo in cui il nostro mercato viene percepito all’estero.

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