L’idea della seconda casa non è più un sogno lontano o un lusso per pochi. Negli ultimi anni, è tornata al centro delle scelte immobiliari, trasformandosi in un’opportunità concreta e ragionata. Tra tassi stabili, nuove abitudini familiari e voglia di mettere a frutto i propri risparmi, il mercato immobiliare sta vivendo un cambio di passo. E oggi, quella casa al mare o in montagna non è solo vacanza, ma anche strategia.
Chi osserva da vicino il mercato immobiliare italiano lo nota subito: c’è fermento. E non solo nelle grandi città. Il biennio 2024-2025 ha portato una ventata di interesse per l’acquisto di seconde case, spesso legato a scelte più consapevoli rispetto al passato. Le famiglie valutano con attenzione località, rendimenti, costi di gestione.

I dati parlano chiaro: nel 2024, le richieste di mutuo per seconde abitazioni sono cresciute, superando l’1,9% sul totale dei finanziamenti. Un incremento che si è fatto sentire soprattutto al Sud e nelle Isole, dove l’appeal delle località turistiche si unisce a prezzi ancora competitivi.
Il contesto aiuta. La Banca Centrale Europea ha allentato la pressione sui tassi d’interesse, con effetti positivi anche in Italia. Il tasso medio dei mutui si è abbassato fino al 3,1%, portando nuova linfa al mercato. In particolare, chi cerca una seconda abitazione tende a scegliere il tasso fisso, preferito nel 96% dei casi. Una scelta prudente, che protegge nel tempo e dà stabilità alle rate, anche se inizialmente leggermente più alte.
Una seconda casa come leva finanziaria e spazio di libertà
Oggi la seconda casa non viene acquistata solo per passare l’estate al mare. Viene pensata anche come forma di integrazione al reddito. Gli affitti brevi, ad esempio, permettono di generare entrate interessanti, specie in zone turistiche. Molti scelgono immobili già pronti o facilmente ristrutturabili, da mettere subito a reddito. Le piattaforme digitali facilitano la gestione a distanza, rendendo l’investimento accessibile anche a chi vive in un’altra regione.

Un esempio pratico? Un piccolo imprenditore di Bologna compra un trilocale a Otranto, in Puglia, per 150.000 euro. Ne finanzia 100.000 con un mutuo a tasso fisso, rata intorno ai 550 euro. Affittando l’appartamento per due mesi in estate e qualche weekend in primavera, riesce a coprire gran parte della rata. Il resto dell’anno, l’immobile resta a disposizione della famiglia.
Diverso ma ugualmente interessante il caso di una famiglia calabrese che decide di comprare una casa in Sila. Niente affitto: l’obiettivo è avere uno spazio proprio per le vacanze e un investimento da tramandare ai figli. Usano 100.000 euro di risparmi e chiedono un mutuo per 90.000, con condizioni agevolate. La scelta del tasso fisso permette di pianificare serenamente le spese.
Le banche restano caute: i mutui per seconde case richiedono garanzie solide. Gli importi sono spesso più bassi e i criteri più selettivi. Tuttavia, chi si presenta con risorse proprie o un buon profilo creditizio riesce a ottenere condizioni favorevoli. Non sorprende, quindi, che gli importi richiesti siano mediamente più bassi, ma riferiti a immobili dal valore più alto: segno che molti acquirenti integrano con capitale personale.
Mercato dinamico, famiglie più attente e mutui in evoluzione
Non si tratta solo di acquisti. Anche le surroghe hanno avuto un ruolo nel rilancio del settore. Chi ha acceso un mutuo tra il 2022 e il 2023, con tassi elevati, oggi si muove per cercare soluzioni più vantaggiose. Le banche offrono nuove proposte, e molti approfittano per cambiare le condizioni e alleggerire la rata mensile. Nel 2024, le operazioni di surroga sono aumentate del 20%.
L’interesse per il mattone è tornato forte anche tra gli investitori stranieri. In regioni come Liguria, Veneto e Abruzzo i prezzi delle seconde case sono cresciuti oltre il 10% in un solo anno. Merito della qualità del territorio, ma anche della crescente domanda di immobili da destinare all’affitto turistico.
È un ritorno, ma non al passato. Oggi chi acquista una seconda casa lo fa con occhi diversi: meno emozione, più calcolo. E, forse proprio per questo, il fenomeno appare solido, destinato a durare anche oltre il 2025.