Sta per arrivare un ulteriore aumento per le pensioni che, però, non sarà per tutti: in pochi ne beneficeranno e, costoro, sono ancora in attesa di un’agognata riforma. Scopriamo insieme chi sono i beneficiari e facciamo un po’ di chiarezza in merito alla questione.
L’aumento del costo della vita e i recenti rincari dovuti alla crisi ucraina hanno reso necessario un adeguamento anche delle pensioni: la vita per i pensionati, infatti, è stata resa più difficile che mai. In molti, infatti, sono coloro che non riescono a far fronte alle varie spese e che sono costretti a numerose rinunce.
Una riforma delle pensioni è resa necessaria ed essa comporterà un aumento degli importi dell’assegno previdenziale. Tale aumento, però, non sarà previsto per tutti e riguarderà solo una parte dei pensionati italiani. Scopriamo insieme di cosa si tratta, quando arriverà tale riforma e chi sono i pensionati interessati da tali aumenti.
La condizione dei pensionati italiani è critica: sono tantissimi coloro che sono costretti a rinunciare a servizi come, ad esempio, il riscaldamento della casa. Soprattutto a seguito degli ultimi rincari, la loro situazione è peggiorata di molto e arrivare a fine mese è sempre più difficile.
Per questo motivo, è stato previsto un aumento degli assegni pensionistici che, però, riguarderà solo coloro che ricevono la pensione minima. Nel nostro Paese, infatti, la maggior parte delle pensioni rasentano la soglia minima stabilita annualmente e che ammonta, all’incirca, a 500 euro. Sono quasi tutti ex lavoratori agricoli e manuali e vivono sfiorando la soglia della povertà.
Nel 2022 è previsto, inoltre, un nuovo aumento dell’inflazione che porterà la loro situazione a peggiorare: per questo motivo un intervento dello Stato è necessario e deve avvenire nel minor tempo possibile. Grazie all’integrazione alla pensione minima, dunque, sarà possibile arrivare a ricevere fino a 650 euro al mese.
Nonostante questa situazione, tuttavia, la riforma delle pensioni tarda ad arrivare: complice anche la guerra in Ucraina e la sovrapposizione di nuove urgenze più impellenti. Per questo motivo poca attenzione è stata prestata ad essa e non sono all’orizzonte ulteriori cambiamenti.
Secondo quanto si conosce ad oggi, infatti, tale integrazione sarebbe prevista solo per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996: coloro che hanno iniziato dopo questa data, dunque, non riceveranno alcuna integrazione sociale.
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