In alcuni casi si dovrà rimborsare l’Assegno Unico così come è successo per il Superbonus: lo Stato manda la notifica tramite l’INPS, è importante capire quando
Milioni di famiglie italiane in questi anni hanno beneficiato dell’Assegno Unico, un aiuto economico introdotto per sostenere chi ha figli a carico. Uno strumento che sulla carta doveva semplificare le politiche di sostegno alle famiglie permettendogli di non rinunciare almeno alle spese essenziali. Ma ora sta accadendo qualcosa di inaspettato: lo Stato sta bussando alle porte di molti beneficiari, chiedendo indietro somme, anche più alte di quelle effettivamente ricevute.

Ma quando avviene tutto ciò? Bisogna stare in allerta? Un déjà-vu che ricorda il caos generato dal Superbonus 110%. Il generoso bonus ha nascosto tante tipologie di speculazioni alle sue spalle indebitando lo Stato con un vuoto di miliardi di euro. Ora con normative in evoluzione e rigidi controlli portati avanti a posteriori, migliaia di contribuenti si sono trovati a dover restituire somme spropositate, spesso per errori formali o ritardi burocratici, ma regolarizzando anche tutti coloro che hanno cercato di speculare sull’acquisizione del bonus anche quando non si rientrava nei parametri preposti.
Ora lo stesso copione si ripete con l’Assegno Unico: se le variazioni nel nucleo familiare non vengono comunicate tempestivamente all’INPS, il rischio è di vedersi recapitare richieste di rimborso per importi inattesi, con in più la minaccia di sanzioni e persino conseguenze penali. Il problema principale? Molti cittadini non sono consapevoli delle regole stringenti legate alla comunicazione delle variazioni, né delle conseguenze che possono derivare da un errore, anche involontario. Andiamo a vedere quali sono i rischi e cosa fare per evitare di dover restituire somme ingenti allo Stato.
Cosa succede se non si comunica una variazione del nucleo familiare
L’INPS ha stabilito che ogni modifica del nucleo familiare deve essere obbligatoriamente comunicata entro due mesi. Questo riguarda eventi come:

- Nascita di un figlio
- Separazione o divorzio
- Decesso di un familiare
- Cambio di residenza con variazione dei componenti del nucleo
Se queste variazioni non vengono segnalate in tempo, l’INPS può considerare le somme ricevute come indebite (per esempio un bonus che prima si riusciva a ricevere potrebbe decadere per via dell’entrata di un altro componente nel nucleo familiare che aumenta l’Isee) e chiederne la restituzione. Ma non solo: il mancato aggiornamento può avere conseguenze ancora più gravi come.
- Restituzione delle somme ricevute
- Decadenza dal beneficio
- Sanzioni penali si rischia una pena da 1 a 3 anni di reclusione se si tratta di dolo. Se invece si è ottenuto il beneficio con dichiarazioni false, la pena può arrivare fino a 6 anni di carcere.
Come comportarsi allora? Innanzitutto accertarsi di aver inoltrato tutti i cambiamenti all’Inps. In secondo luogo accertarsi sempre che i calcoli ISEE siano corretti(sia se fatti dal Caf che dal commercialista): anche i più esperti possono commettere errori dimenticando di inserire dati rilevanti e quindi di riflesso falsando la dichiarazione senza volontà. Come fare? Semplicemente ricordarsi tutti i conti, e le proprietà in possesso, senza tralasciare nessun dato di tutti i componenti del nucleo familiare. Nel caso in cui arrivasse comunicazione dall’Inps che notifica la restituzione di somme percepite, allora è possibile contestare immediatamente l’addebito se si ritiene ci sia stato un errore, oppure converrà pagare subito per evitare ulteriori penalizzazioni.