Una notizia straordinaria per milioni di famiglie italiane: l’assegno unico si prepara a un aumento automatico nel 2026, spinto dalla rivalutazione Istat. Scopri subito come cambiano gli importi massimi per i tuoi figli e le nuove, fondamentali soglie ISEE da rispettare. Prepariamoci a una spesa pubblica che supererà i 12 miliardi di euro, dimostrando il crescente sostegno al reddito familiare. Ecco le cifre ufficiali e le simulazioni più attendibili emerse dagli analisti di settore.
Il costo della vita ha messo a dura prova il potere d’acquisto delle famiglie in Italia. In questo contesto economico, l’Assegno Unico e Universale (AUU) rappresenta un pilastro fondamentale del sostegno alla natalità e ai figli a carico. Mentre i nuclei familiari attendono l’ultima tranche del pagamento del 2025, l’attenzione si sposta inevitabilmente sul prossimo anno. Cosa riserva il 2026 in termini di benefici?

La risposta è legata a un meccanismo finanziario cruciale e automatico, che garantirà importi più alti per quasi tutti i beneficiari. Ma non solo: il 2026 potrebbe segnare l’arrivo della tanto discussa riforma ISEE, un cambiamento strutturale che potrebbe ridefinire completamente chi ha diritto ai sussidi e con quale entità. Dalle maggiorazioni per disabilità alle soglie di reddito, ogni dettaglio è fondamentale per assicurarsi l’importo massimo spettante.
La Rivalutazione automatica: di quanto aumenta l’Assegno Unico nel 2026?
La variazione degli importi dell’Assegno Unico non è frutto di una decisione discrezionale, bensì di un adeguamento automatico all’inflazione. Secondo le previsioni contenute nel Documento Programmatico di Finanza (DPF), l’indice di inflazione previsto per il 2025 – e utilizzato come parametro di calcolo per il 2026 – si attesta intorno a +1,6% (fonte: GruppoPiù, Sky TG24). Questo incremento ha un duplice effetto: aumenta l’importo mensile erogato e alza le soglie ISEE di riferimento. Secondo le simulazioni fornite da fonti come Tgcom24, l’importo massimo mensile per figlio (riservato ai nuclei con ISEE sotto la soglia minima) salirà dagli attuali 201 € a circa 204,40 €.

L’importo minimo, invece, destinato a chi non presenta l’ISEE o ha un indicatore superiore alla fascia massima (che supererà i 46.000 €), passerà da 57,50 € a circa 58,50 €. L’aggiornamento è applicato anche alle fasce intermedie: ad esempio, con un ISEE intorno ai 21.800 €, l’assegno stimato raggiungerà circa 182,80 € mensili. L’aumento ha l’obiettivo di mantenere inalterato il potere d’acquisto delle somme erogate. Questi nuovi valori saranno applicati a partire dalla mensilità di gennaio 2026.
Maggiorazioni, disabilità e l’importanza dell’ISEE aggiornato
La rivalutazione Istat non impatta solo sull’assegno base, ma si estende a tutte le maggiorazioni previste dalla normativa. Le famiglie con figli disabili vedranno un leggero aumento degli importi aggiuntivi: per i figli non autosufficienti, la maggiorazione salirà da circa 120,60 € a circa 122,70 €; per la disabilità grave si passerà da 109,10 € a circa 111 €. Anche il bonus per il secondo percettore di reddito (entrambi i genitori lavoratori), una maggiorazione cruciale per molti nuclei, è destinato ad aumentare di qualche euro, raggiungendo circa 35 € per la fascia ISEE più bassa (fonte: Ascuolaoggi). È fondamentale ricordare che, per beneficiare dei nuovi importi e delle maggiorazioni rivalutate, i beneficiari dovranno presentare la nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) relativa all’ISEE 2026.
In assenza di tale documentazione, l’INPS erogherà provvisoriamente l’importo minimo. Inoltre, il 2026 potrebbe essere l’anno della riforma ISEE: diverse proposte, tra cui l’esclusione della prima casa dal calcolo, sono in discussione per rendere l’indicatore più equo, concentrando il sostegno alle famiglie che ne hanno più bisogno (fonte: Brocardi.it). L’aggiornamento della DSU è l’unico passaggio necessario per evitare l’erogazione dell’importo minimo e garantirsi gli eventuali arretrati a partire da marzo 2026.