La sua storia va di pari passo con quella del nostro paese. Le sue versioni hanno accompagnato decenni di vicende, tragedie e rinascite.
Negli ultimi anni gli ambienti del collezionismo si sono assolutamente rinfoltiti con l’arrivo di nuovi appassionati del genere. Internet e la tecnologia che oggi governa ogni nostra giornata, impongono, per cosi dire, davanti ad una simile passione, la possibilità di documentarsi, informarsi, rispetto ai pezzi che si tengono sotto d’occhio, come prima sicuramente non era possibile fare. Nascono cosi ritorni di fiamma, innamoramenti per particolari monete o banconote, presa in considerazione di articoli prima nemmeno minimamente considerati.
Uno degli articoli che negli ultimi tempi alimenta sogni e speranze, è il caso di dirlo, dei collezionisti di mezzo mondo, è la banconota da 500 lire. Una versione di quella che negli ultimi anni abbiamo conosciuto soltanto come moneta, che negli anni passati ha fatto sognare intere generazioni. Una di quelle monete che da sola ha retto il peso degli anni, ha avuto la capacità, insieme forse alla sola 1000lire di essere immagine, simbolo di un paese che in anni particolari passava ad un futuro migliore, più sereno e positivo.
La 500 lire di carta è stata utilizzata in linea di massima fino ai decenni sessanta e settanta del novecento, successivamente a causa dell’inflazione dilagante si passò alla versione metallica. Esistono svariate tipologie di 500 lire di carta, generalmente caratterizzate anche dalla diversa paternità, praticamente dalla mano degli autori che ne hanno reso possibile la stampa. Cosi, abbiamo la 500 lire detta anche Grande C, considerata la grande scritta “Cinquecento” su una delle due facciate, che in condizioni assolutamente ottimali può arrivare a valere anche oltre i mille euro, la banconota è rimasta in circolazione fino al 1953.
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Altra banconota da tenere sicuramente in considerazione è quella denominata Capranesi, sempre in onore del disegnatore che le diede vita. Il suo valore, in eccellenti condizioni può arrivare a toccare anche i 1000 euro. Discorso diverso invece per “l’Italia ornata di spighe“, versione in circolazione tra il 1947 ed il 1961 il cui valore può tranquillamente toccare i 400 euro. Esiste insomma l’imbarazzo della scelta in questo caso, ritrovarsi tra le mani un simile esemplare, certo, non deve essere una cattiva cosa, anzi.
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