Quello che sembrava essere solo un lontano timore è diventato realtà: il blackout di fine anno ha cominciato la sua corsa travolgendo Kosovo e Regno Unito. Ecco cosa sta accadendo.
Qualche mese fa era stata prevista la possibilità di un blackout di fine anno a causa della carenza di fonti energetiche. Una prospettiva che appariva davvero molto lontana e distopica: siamo abituati, infatti, ad avere sempre una quantità quasi illimitata di energia elettrica da poter utilizzare.
Questo timore, tuttavia, ha cominciato a diventare realtà lasciando al buio già alcuni Paesi come il Regno Unito, il Kosovo e la Serbia. Scopriamo nel dettaglio cosa sta accadendo e quali sono le possibilità future.
Lo scorso 23 dicembre la Regione Indipendente del Kosovo ha cominciato a fare i conti con la profonda crisi energetica che sta colpendo l’Europa. Le fonti energetiche scarseggiano e la prospettiva irreale di un blackout generale ha cominciato a diventare sempre più concreta.
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In questo giorno, infatti, la compagnia elettrica che rifornisce la regione ha annunciato interruzioni nella fornitura energetica di due ore per almeno due milioni di persone. In particolare, la compagnia ha chiesto di ridurre i consumi perché “la generazione interna insufficiente per coprire i consumi e la crisi energetica globale“.
Un problema simile è stato riscontrato anche in Serbia: lo Stato è stato costretto a tagliare l’elettricità ai clienti a causa di gravi problemi di fornitura. Questi disservizi, infine, non hanno risparmiato neanche il Regno Unito. Ai clienti britannici è stato comunicato che potrebbero verificarsi dei blackout a causa della scarsità delle risorse e del maltempo.
Le cause della crisi energetica sono profonde e da riscontrare nella carenza di gas naturale, la materia prima. In Italia il primo a lanciare l’allarme è stato proprio il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Un blackout non è da escludere a livello europeo rispetto all’attuale assetto dell’approvvigionamento energetico“, le parole del Ministro alla scorsa assemblea nazionale di Confartigianato.
L’Italia può comunque contare su scorte di gas leggermente superiori a quelle di altri Paesi Europei – come la Germania – che potrà utilizzare per prevenire che si verifichino situazioni come quelle del Kosovo, del Regno Unito e della Serbia.
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