Canone RAI 2023, i rumors sul costo spaventano tutti: nuovo incubo

Le novità che riguardano il canone RAI 2023 da €300 rappresentano un vero e proprio incubo per i contribuenti. Scopriamo se l’ipotesi di un aumento è concreto.

A partire dal 2023 il canone RAI verrà tolto dalla bolletta della fornitura di energia elettrica. La decisione è avvenuta in seguito ad una direttiva Europea che ha impedito di accorpare i due costi. Ora resta il dubbio sulle modalità di prelievo della tassa sulla televisione e c’è chi avanza l’ipotesi di un aumento che potrebbe anche superare i €300.

Canone RAI 2023 da €300: incubo per i contribuenti

Il canone RAI è probabilmente una delle tasse più odiate dagli italiani. Fino a qualche anno fa gli italiani erano chiamati a versare volontariamente un importo superiore a €100. Questa discrezionalità ha, per anni, provocato una delle più importanti evasioni fiscali del nostro paese.

Per evitare che ciò accadesse il Governo ha deciso di accorpare l’importo del canone alla bolletta dell’energia elettrica, applicando anche un piccolo sconto.

Attualmente, infatti, il canone RAI ammonta a €90 dilazionati in 10 mesi, da gennaio ad ottobre.

A partire dal 2023, la suddetta tassa verrà scorporata dalla bolletta, ma ancora non sono state rese note le nuove modalità di riscossione.

Canone RAI 2023 da €300: cosa dobbiamo aspettarci

Secondo alcuni aspetti il canone RAI del 2023 porterà con sé molte novità, tra cui un aumento sostanzioso dell’importo.

Di fatto, dal prossimo anno, i contribuenti italiani non troveranno più l’importo del canone RAI in bolletta. La tassa, infatti, è stata scorporata e sarà pagata in separata sede. Purtroppo, al momento non sono ancora state comunicate le modalità di pagamento.

Tuttavia, a preoccupare i contribuenti è la concreta possibilità che il valore della tassa potrà raggiungere e superare i €300 l’anno.

La situazione economica italiana è di grande crisi e molte famiglie sono in affanno, a causa degli aumenti dovuti al caro energia e al valore delle materie prime.

‘idea che anche il canone RAI posso aggiungersi alla lista delle cose che contribuiranno a rendere ancora più difficile la situazione economica delle famiglie italiane, ha gettato milioni di cittadini nello sconforto.

Facciamo chiarezza.

Negli altri paesi europei la tassa sulla televisione, ovvero l’equivalente del canone RAI, è già un pagamento a sé. Dunque, l’Italia è l’unico paese ad aver inserito la suddetta tassa nella bolletta dell’energia elettrica.

Tuttavia, a differenza degli altri paesi, il nostro prevede un importo decisamente più basso, fatta eccezione per la Spagna dov’è il costo a persona di €40 e a famiglia di €100.

Quanto pagano nel resto d’Europa?

Le ragioni per le quali gli esperti ritengono che il canone RAI possa arrivare a quota €300 o addirittura superare tale cifra sono legate ai paragoni inevitabili con gli altri paesi europei.

Come abbiamo visto la Spagna è l’unico paese europeo ad avere un canone televisivo simile a quello italiano (per ora).

Se diamo un’occhiata al canone tv negli altri paesi europei, ci accorgiamo che finora l’importo chiesto cittadini italiani è sempre stato tra i più bassi:

  • In Austria i contribuenti versano un valore compreso tra 250/280 euro, che può arrivare anche a €320 in base al reddito nel nucleo familiare;
  • Nel Regno Unito la tassa a importo pari a 145,50 sterline, che in euro corrispondono a 175 euro;
  • In Francia il canone tv ha un prezzo per nucleo familiare di 133 euro;
  • In Germania la tassa della televisione ha un valore di €215.

È, dunque, chiaro che in tutti gli altri paesi europei l’abbonamento radiotelevisivo effettivamente è più alto rispetto a quello italiano. Ovviamente, l’importo è proporzionato agli stipendi che sono solitamente più elevati rispetto a quelli percepiti dai lavoratori italiani.

Qualora l’Italia decidesse di allinearsi alle altre nazioni, anche per i cittadini nel Bel Paese il valore del canone RAI potrebbe subire un’impennata notevole fino a raggiungere o superare i €300.

Per il momento è solo un’ipotesi, ma i cittadini si augurano che per il 2023 non arrivi questa batosta.

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