Una casa vuota non fa rumore, ma il conto arriva lo stesso. Anche se nessuno ci abita, anche se le luci sono spente e le stanze silenziose, la proprietà continua a generare spese. Tra tasse, bollette, costi condominiali e obblighi meno visibili, l’idea che un immobile inutilizzato non pesi sul portafoglio è solo un’illusione.
Se hai una seconda casa o stai lasciando un appartamento chiuso, questo è il momento giusto per sapere cosa ti aspetta.
Ti sarà capitato almeno una volta di sentire qualcuno dire: “Tanto quella casa è vuota, non costa nulla”. Oppure l’hai pensato anche tu, convinto che senza inquilini o consumi, non ci sia da preoccuparsi.

In realtà, il solo fatto di essere proprietari comporta responsabilità economiche ben precise. Nessun pulsante “pausa”, nessun risparmio garantito.
Se hai un appartamento che non usi, magari in attesa di tempi migliori o di un affittuario, ci sono comunque spese che non puoi ignorare. Alcune arrivano puntuali come un orologio svizzero, altre sono meno visibili ma altrettanto obbligatorie. E anche se vorresti solo dimenticarti dell’immobile per un po’, il fisco, il condominio e i fornitori di servizi non faranno lo stesso.
Le spese condominiali non fanno sconti alle case vuote
Uno degli errori più comuni è pensare che se un appartamento è inutilizzato, allora non sia necessario contribuire alle spese condominiali. Invece, secondo il Codice Civile, ogni proprietario è tenuto a partecipare ai costi delle parti comuni in base ai millesimi di proprietà, anche se non vive o non usa la casa.

Pulizia delle scale, illuminazione, ascensore, portineria, riscaldamento centralizzato: sono tutte voci che si pagano anche a porte chiuse. E non conta se non accendi mai i termosifoni: se l’impianto è centralizzato, paghi comunque la quota fissa per la manutenzione, a meno che l’edificio non sia dotato di contabilizzatori individuali.
Un’eventuale riduzione delle spese è possibile solo con l’accordo unanime dell’assemblea condominiale o se prevista nel regolamento contrattuale. E, come puoi immaginare, ottenere l’unanimità non è semplice.
Le tasse e i costi nascosti della proprietà silenziosa
Poi ci sono le tasse sulla casa. L’IMU è dovuta su tutte le seconde case, anche se sono vuote. Il calcolo si basa sul valore catastale e sull’aliquota comunale. La TARI, cioè la tassa rifiuti, è un’altra spesa che spesso non si riesce a evitare, perché molti Comuni la richiedono anche per immobili non abitati.
E non è finita. Anche le utenze domestiche possono presentare costi, anche senza consumi. Molti fornitori prevedono spese fisse per il solo mantenimento dell’attivazione. E c’è poi la polizza assicurativa, che, sebbene non obbligatoria, è spesso consigliata per proteggersi da danni a terzi o incidenti strutturali.
Alla fine, lasciare una casa vuota può costare quanto, se non più, che mantenerla abitata. Non ci sono soluzioni semplici, ma c’è un modo per non restare spiazzati: conoscere bene ogni voce di spesa, valutare con attenzione le agevolazioni comunali e tenere sempre alta l’attenzione. In fondo, una casa silenziosa può comunque parlare… soprattutto al tuo portafoglio.