Un dettaglio sottile può fare la differenza tra un titolo interessante e uno che risulta meno vantaggioso. Tre BTP in scadenza nel 2035 sembrano simili, ma basta un piccolo scostamento di prezzo per cambiare radicalmente il rendimento effettivo. La cedola più alta non percorre sempre la strada più redditizia, e un titolo meno appariscente può regalare risultati concreti. In un mercato dove ogni centesimo conta, serve un’analisi che guardi oltre l’apparenza per capire quale BTP merita davvero attenzione.
Prime considerazioni. Tre BTP 2035 in circolazione oggi vengono spesso valutati insieme dal mercato, eppure ciascuno racconta una storia diversa. Non basta osservare la cedola lorda: è fondamentale mettere in relazione il valore di acquisto, la duration modificata e il rendimento netto. Accade spesso che, dietro un coupon brillante, si nasconda un prezzo elevato che riduce l’effettivo guadagno. In questo scenario, un titolo che pare meno attraente può risultare più concreto quando si tratta di rendimento finale.

Un confronto tra questi tre titoli oggi ci aiuta a comprendere come orientarsi meglio: uno è “verde”, uno ha una struttura di prezzo più equilibrata e tutti condividono scadenze ravvicinate nel tempo, ma con rendimento differente. La chiave sta nel bilanciare cedola, prezzo e rischio tasso in modo consapevole. È come guardare tre vie di montagna che portano tutte in vetta, ma solo una regala il panorama più nitido al famelico scalatore.
Perché il BTP aprile 2035 con cedola al 4 % non è necessariamente la scelta più vantaggiosa nonostante il premio green
Il BTP con scadenza al 30 aprile 2035 (ISIN IT0005508590) propone una cedola lorda al 4,00 %, la più elevata fra i tre titoli in esame. Tuttavia, il prezzo ha superato la pari: si trova intorno a 106,19 €. Questo sconto negativo si traduce in un rendimento lordo a scadenza di circa 3,28 %, mentre quello netto scende a 2,79 %.

Nonostante l’aspetto sostenibile, è un BTP “green”, per finanziare progetti ecologici, il maggior prezzo annulla parte del beneficio della cedola generosa. Dal punto di vista del rischio tasso, la duration modificata è di circa 8,17 anni, in linea con i due altri titoli. In pratica, si paga un premio oggi che riduce il rendimento netto: un esempio classico di una cedola che attrae l’occhio, ma penalizza il portafoglio nel lungo termine.
Il BTP ottobre 2035 a 101,44 € offre il miglior equilibrio tra prezzo, rendimento netto e incidenza dei tassi
Il BTP con scadenza il 1 ottobre 2035 (ISIN IT0005648149) si distingue per una dinamica più equilibrata. La cedola lorda è al 3,60 %, un po’ inferiore rispetto al “gemello verde”, ma il prezzo attuale è più vicino alla pari: circa 101,44 €. A seguito di questa valutazione, il rendimento lordo sale a 3,46 %, mentre quello netto si attesta a 3,01 %. Inoltre, la duration modificata è di circa 8,28 anni, dunque il rischio tasso è sostanzialmente comparabile agli altri due. Si respira, in questo titolo, una stabilità maggiore: prezzo contenuto, rendimento netto superiore e minor impatto fiscale.
Un ultimo elemento da considerare: la parte fiscale. Su questo BTP, la differenza tra prezzo di acquisto e rimborso può generare credito d’imposta (circa 12,5 %), ma se questo viene compensato con altri guadagni nei cinque anni successivi, il rendimento netto resta saldo. Si tratta di un aspetto tecnico spesso trascurato dagli investitori, ma che può fare la differenza nel risultato finale.
Un panorama in apparenza ricco di opportunità può nascondere insidie. Il BTP aprile 2035 sembra la scelta più “furba” grazie alla cedola al 4 %, ma paga un costo superiore oggi. Al contrario, il BTP ottobre 2035 risulta più equilibrato: cedola onesta, prezzo vicino alla pari e rendimento netto al top. In un mondo dove ogni punto percentuale conta, è proprio questo equilibrio a guidare la decisione più efficace.