La sentenza n. 18073 del 3 luglio 2025 della Cassazione stravolge la gestione di CIG e malattia, ecco come.
La Cassa Integrazione Guadagni, siglata CIG, e la malattia, sono state stravolte da quanto dichiarato lo scorso 3 luglio in Cassazione nella sentenza n. 18073 che ha ribadito il principio che gestisce la questione. Se sono presenti entrambe, una prevale sull’altra, ecco come.

La Cassazione ha deciso che davanti la concomitanza tra CIG e malattia, prevale il trattamento d’integrazione salariale della CIG. Con questo vuol dire che essa sostituisce l’indennità giornaliera di malattia e qualsiasi integrazione contrattuale prevista.
L’art. 3 comma 7 del DLGS n. 1488/2015 stabilisce proprio che la CIG è al posto dell’indennità di malattia e le integrazioni contrattuali davanti la concomitanza. Questa prevalenza è stata confermata da diverse circolari dell’INPS e sentenze della stessa Cassazione. La gestione è la seguente.
Davanti a CIG zero ore e malattia subentrata durante la sospensione, il lavoratore continua a percepire la CIG, e non ha l’obbligo di comunicare o comunque di certificare la malattia che in questo periodo non è indennizzabile dall’INPS.
Ma se la malattia è insorta prima della CIG, se quest’ultima è collettiva, cioè riguarda tutto il reparto e squadra, il lavoratore in malattia entra in CIG dalla data di inizio della stessa. Ma se la sospensione non è collettiva, il lavoratore continuerà a percepire l’indennità di malattia fino all’inizio della sua specifica sospensione.
Per la riduzione oraria e malattia, nei periodi in cui il lavoratore dovrebbe lavorare, se si ammala, riceverà l’indennità di malattia solo nelle ore non coperte da CIG. Per quelle invece che o sono, continuerà a ricevere l’integrazione salariale specifica.
Impatti e conseguenze dello stravolgimento di CIG e malattia da Cassazione
Ma qual è l’impatto concreto e tutte le conseguenze poste in essere dallo stravolgimento di CIG e malattia da parte della pronuncia rivoluzionaria della Cassazione? Le si elenca e analizza in breve.

Per quanto concerne l’impatto sul periodo di comporto, i giorni coperti da CIG a zero ore non sono calcolabili nel periodo di comporto. Qui, il periodo massimo di assenza per malattia prima del licenziamento. Ma durante la CIG a zero ore, non si applica alcun regime dell’assenza per malattia, e quest’ultima non deve essere comunicata o certificata.
Quali sono state le motivazioni della Cassazione che hanno portato a questa gestione? Tutto parte dal fatto che la Suprema Corte considera la CIG come una situazione di impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa per una causa non imputabile al lavoratore. Da qui, la prevalenza della CIG copre sia l’aspetto indennitario che il titolo giuridico dell’assenza, con implicazioni per il rapporto di lavoro stesso.
L’INPS chiarisce con le sue circolari che non è dovuta la comunicazione della malattia durante la CIG a zero ore e che le integrazioni contrattuali di malattia sono sostituite dalla CIG nel periodo di sospensione dal lavoro.