Con questo documento non paghi la tassa di successione, sono in pochi a saperlo e perdono soldi

Chi eredita un immobile pensa subito alle tasse, ma esiste una regola poco nota che può azzerare l’imposta di successione. È scritta nero su bianco nella legge, ma ancora oggi molti non sanno nemmeno della sua esistenza. Una soglia che protegge chi affronta già ogni giorno difficoltà importanti. Può bastare un certificato, un verbale, un numero ben preciso per trasformare il quadro fiscale. Una possibilità concreta, spesso ignorata, che può cambiare le carte in tavola.

Ci sono momenti in cui burocrazia e vita reale si incrociano. Un’eredità inaspettata, un appartamento lasciato da un parente, un verbale medico archiviato anni fa. Tutto sembra andare secondo regole rigide, finché non entra in gioco una legge diversa. Una norma pensata per riconoscere una condizione particolare e offrire un vero sollievo economico. Il punto è che non tutti sanno di poterla utilizzare.

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Chi vive con una disabilità grave lo sa: ogni documento è importante. Ma in pochi si aspettano che proprio quella condizione, certificata nel modo corretto, possa diventare uno scudo contro l’imposta di successione. Eppure, succede. E non in casi estremi, ma ogni volta che sono rispettati pochi, semplici requisiti. È un vantaggio concreto, riconosciuto dalla legge, ma dimenticato da molti professionisti. E così, ciò che dovrebbe proteggere, a volte si perde tra le righe.

La legge che cancella le imposte di successione fino a 1.500.000 euro per chi ha una disabilità grave

Chi è riconosciuto come persona con disabilità grave ai sensi della Legge 104/1992, art. 3, comma 3, ha diritto a una franchigia di 1.500.000 euro sull’imposta di successione, grazie a quanto stabilito dalla Legge 296/2006. Questa norma, oggi integrata nell’articolo 49-bis del D.L. 262/2006, rappresenta un’opportunità concreta e raramente valorizzata.

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La particolarità è che questo beneficio non dipende dal grado di parentela con il defunto. Che l’erede sia un figlio, un fratello o un semplice parente alla lontana, se la condizione di handicap grave è certificata da una commissione medica pubblica, allora la soglia di 1.500.000 euro si applica comunque. E, nella maggior parte dei casi, consente di non pagare nulla.

Per esempio, un immobile con un valore catastale rivalutato di 300.000 euro rientra perfettamente nella franchigia. Anche se il notaio dovesse applicare un’aliquota del 6% prevista per eredi non diretti, la legge speciale annulla ogni tassazione, proprio perché la tutela fiscale per le persone disabili supera le regole ordinarie.

Ma attenzione: è indispensabile che nel verbale di accertamento della disabilità venga specificato il riferimento all’art. 3, comma 3 della Legge 104. Solo così il diritto può essere esercitato e riconosciuto.

Un diritto spesso dimenticato: come la disabilità grave può alleggerire l’eredità e abbattere le tasse

Non è raro che consulenti, notai o CAF ignorino questa norma o la considerino marginale. E così, chi avrebbe diritto a un’esenzione totale finisce per versare migliaia di euro che non deve. Questo perché il sistema fiscale, seppur articolato, include misure pensate proprio per chi ha condizioni di svantaggio riconosciute. E nel caso delle successioni, il vantaggio è notevole.

Chi ha un’invalidità certificata al 70% e una dichiarazione conforme alla Legge 104/92 rientra pienamente nel profilo tutelato. Ma serve che tutto sia formalizzato con attenzione, soprattutto al momento della presentazione della dichiarazione di successione. Un dettaglio dimenticato può cambiare tutto.

Non si tratta di un’agevolazione simbolica, ma di una tutela economica reale, che ha il potere di alleggerire un passaggio di patrimonio altrimenti molto oneroso. Ecco perché, prima di accettare un calcolo automatico, vale la pena rileggere la legge, consultare un esperto aggiornato e far valere un diritto spesso dimenticato. Dopotutto, chi vive ogni giorno affrontando limiti reali merita che almeno la legge lo aiuti davvero.

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