Contributi lavoratore: arriva la tutela extra, non possono più toglierteli

Cosa succede ai contributi previdenziali in caso di fallimento? Una sentenza chiarisce quali sono gli obblighi del datore di lavoro.

Il datore di lavoro ha il dovere di pagare i contributi previdenziali e assistenziali ai propri dipendenti; a tal fine, una parte dello stipendio viene periodicamente destinata all’INPS, per adempiere a tale obbligo.

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Contributi lavoratore: arriva la tutela extra, non possono più toglierteli (trading.it)

Il datore di lavoro che non provvede tempestivamente al pagamento della quota di contributi trattenuta mensilmente dallo stipendio, in caso di fallimento deve versare anche tale quota. A stabilire tale principio è stata la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18333 del 3 settembre 2020.

Pagamento dei contributi previdenziali in caso di fallimento: i doveri del datore di lavoro

Il caso esaminato dai giudici della Cassazione riguardava la mancata corresponsione dello stipendio e dei contributi previdenziali a un dipendente da parte di una S.r.l. in fallimento. Il Tribunale di primo grado non aveva riconosciuto il credito per i contributi non versati.

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Pagamento dei contributi previdenziali in caso di fallimento: i doveri del datore di lavoro (trading.it)

La Cassazione ha, invece, sottolineato che, se il datore non ha pagato tempestivamente la quota di contributi che normalmente viene trattenuta dallo stipendio del dipendente, l’intero credito acquista natura solo retributiva. Al riguardo, vengono richiamati l’art. 19 della Legge n. 218/1952, che stabilisce che “il datore di lavoro è responsabile del pagamento dei contributi anche per la parte a carico del lavoratore” e l’art. 23, comma 1, per il quale “il datore di lavoro che non provvede al pagamento dei contributi entro il termine stabilito, o vi provvede in misura inferiore alla dovuta, è tenuto al pagamento dei contributi non versati tanto per la quota a proprio carico quanto per quella a carico dei lavoratori“.

In conclusione, in caso di fallimento, il curatore deve corrispondere al lavoratore la totalità del credito.

Le ultime sentenze della Cassazione a garanzia dei dipendenti

Di recente, altre tre fondamentali sentenze garantiscono la tutela dei lavoratori per quanto riguarda l’accredito dei contributi previdenziali, obbligando il datore all’adempimento anche in condizioni controverse. Nel dettaglio, la sentenza n. 602/2025 della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, chiarisce che il datore di lavoro deve versare i contributi previdenziali e assistenziali anche se il rapporto a termine viene dichiarato giudizialmente nullo, perché tale obbligo non dipende dalla retribuzione riconosciuta. La negazione del diritto costituisce danno risarcibile ai sensi dell’articolo 2116 del codice civile.

Con la sentenza n. 1328/2025, invece, la Corte di Cassazione sancisce la responsabilità del datore di lavoro nel settore previdenziale anche nei confronti dei dipendenti che lavorano all’Estero per imprese controllate. Anche la sentenza n. 1445/2025 della Cassazione, Sezione Lavoro, evidenzia l’obbligo di versamento dei contributi previdenziali per lavoratori che si muovono nell’Unione Europea.

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