Dalle promesse futuristiche di Tesla alle strategie controcorrente di Toyota, ogni movimento è carico di significato. Tra rivalità accese e previsioni divergenti, il settore auto è in fermento. Ma quali titoli stanno davvero dettando le regole del gioco? Una corsa ad alta tensione tra robotaxi, dazi doganali e investitori in allerta. Occhio però: ciò che sembra brillante non sempre brilla davvero.
Parlare oggi di azioni automobilistiche non significa solo analizzare bilanci e dividendi. Significa guardare dentro un’industria che sta vivendo una trasformazione profonda, quasi esistenziale.

Le sfide ambientali, le tensioni internazionali e l’evoluzione della tecnologia hanno rivoluzionato le regole del gioco. Alcuni titoli sembrano aver già trovato la strada giusta, altri arrancano nel tentativo di non restare indietro.
Nel mezzo, c’è un mercato azionario che osserva tutto con attenzione, spesso oscillando tra entusiasmi improvvisi e previsioni catastrofiche. In questo scenario, anche una singola dichiarazione può far cambiare direzione a un titolo. E mentre gli analisti si dividono, gli investitori cercano di capire a chi dare retta. Perché nel mondo delle auto, oggi più che mai, non è tutto bianco o nero.
Tesla e Toyota: due mondi diversi che si contendono il futuro
Tra i protagonisti più discussi c’è senza dubbio Tesla, da sempre in grado di generare clamore. A inizio anno, il titolo ha alternato fasi di euforia a scivoloni improvvisi. A marzo, Dan Ives di Wedbush ha aumentato il target price a 500 dollari, sostenendo che l’introduzione del robotaxi ad Austin aprirà una nuova era per la guida autonoma.

Ma non tutti sono d’accordo. JPMorgan, ad esempio, ha ridotto il target a 135 dollari, segnalando un forte calo delle vendite e un indebolimento dell’immagine del marchio. La verità, come spesso accade, sembra nel mezzo: il consenso medio oggi è di 292,93 dollari.
Nel frattempo, Toyota segue una strategia tutta sua. Mentre molti puntano tutto sull’elettrico puro, la casa giapponese continua a credere negli ibridi. E per ora la scelta paga: il titolo ha un P/E di 6,9x, ben al di sotto della media del settore. Gli analisti fissano il target price intorno ai 226,94 dollari, e iniziano a riconoscere la solidità di una strategia prudente ma efficace. In un panorama dove spesso si corre senza guardare, Toyota ha deciso di camminare con passo deciso. E il mercato sembra premiarla.
Europa tra lusso, sfide e occasioni nascoste
Sul fronte europeo, il panorama è altrettanto variegato. Stellantis è al centro di un vero bivio: da un lato, gli analisti vedono un grande potenziale, con un target medio di 12,25 euro, che implica un upside del 50%. Dall’altro, UBS ha tagliato la stima a 8,8 euro, allarmata dai nuovi dazi USA. La geopolitica, qui, pesa più dei conti.
Chi invece continua a brillare è Ferrari, con un P/E di 51,68 che riflette l’esclusività del marchio e aspettative di crescita importanti. Con una capitalizzazione di 73,8 miliardi di euro, la casa di Maranello è considerata quasi un titolo di lusso.
Più sottovalutate ma stabili sono Iveco Group e Pirelli. Il primo ha un P/E di 9,79 e si distingue nel settore dei veicoli commerciali. Il secondo, con un P/E di 11,80, resta un attore solido nel mondo degli pneumatici, con una capitalizzazione di 5,1 miliardi.
Ma il vero spartiacque del settore potrebbe arrivare presto: dazi e innovazioni tecnologiche sono pronti a rimescolare tutto.