Devo dichiarare gli interessi dei Buoni postali fruttiferi e dei BTP nel modello RED, anche se non incassati?

Cosa succede se un buono fruttifero scade ma gli interessi restano fermi, non riscossi? E se si dimentica di indicarli nel modello RED? In gioco ci sono pensioni e prestazioni INPS. Una leggerezza può avere conseguenze pesanti. I Buoni Fruttiferi Postali, da sempre considerati strumenti sicuri, nascondono insidie fiscali spesso sottovalutate. Il momento in cui il denaro diventa disponibile è cruciale, anche se non arriva subito sul conto. Attenzione ai dettagli: la normativa non perdona.

La convinzione che gli interessi non vadano dichiarati finché non si incassano è molto diffusa, ma rischia di causare errori. Il modello RED è lo strumento con cui l’INPS verifica i redditi dei pensionati che ricevono prestazioni legate al reddito familiare.

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Devo dichiarare gli interessi dei Buoni postali fruttiferi e dei BTP nel modello RED, anche se non incassati?-trading.it

L’errore più frequente riguarda i titoli scaduti ma lasciati in giacenza, come i Buoni Fruttiferi Postali. Anche se i soldi non vengono riscossi subito, per l’INPS quegli interessi sono comunque un reddito. La differenza la fa il momento in cui diventano esigibili, non quando arrivano sul conto.

Chi si affida a strumenti di risparmio come i buoni postali deve quindi fare attenzione al momento in cui questi scadono, perché proprio in quell’anno si crea l’obbligo di indicare gli interessi nel modello RED. Molti lo ignorano o lo scoprono troppo tardi, quando le conseguenze si fanno sentire con la sospensione di prestazioni o la richiesta di rimborsi.

Come funziona la dichiarazione degli interessi nel modello RED

Gli interessi dei Buoni Fruttiferi Postali vanno dichiarati nel modello RED relativo all’anno in cui il buono giunge a scadenza, indipendentemente dal fatto che siano stati riscossi o meno. Questo perché la normativa fiscale italiana, in particolare l’articolo 44 del TUIR, stabilisce che i redditi da capitale si considerano maturati quando diventano giuridicamente esigibili. In altre parole, è sufficiente che il titolare abbia diritto a incassare, anche se non esercita subito questo diritto.

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Come funziona la dichiarazione degli interessi nel modello RED-trading.it

Ad esempio, se un buono scade nel 2024, gli interessi andranno inseriti nel modello RED dello stesso anno, presentato nella campagna 2025. Non è corretto rimandare la dichiarazione all’anno in cui effettivamente si incassano. Poste Italiane fornisce strumenti utili per conoscere l’importo esatto da dichiarare: è possibile chiedere un estratto allo sportello oppure utilizzare il calcolatore online ufficiale.

L’INPS, nel valutare i requisiti per assegni e integrazioni al minimo, considera questi importi come parte del reddito disponibile. Una dichiarazione omessa può quindi portare alla perdita di benefici economici. Non si tratta di un dettaglio formale, ma di un passaggio fondamentale nella corretta compilazione del modello.

Serve dichiararli anche negli anni successivi?

La risposta è no. Gli interessi vanno dichiarati una sola volta, nell’anno di scadenza del titolo. Negli anni successivi, anche se il buono resta in giacenza, non è necessario inserirli nuovamente nel modello RED. La legge è chiara: ciò che conta è l’anno in cui il reddito diventa disponibile, non quello dell’incasso.

Prendiamo il caso di un BFP scaduto nel 2023 ma non ancora riscosso nel 2024. Gli interessi andavano dichiarati nel modello RED 2023. Se venissero dichiarati anche nel 2024, si genererebbe un doppio conteggio che può alterare il calcolo del reddito. Questo potrebbe comportare una valutazione errata da parte dell’INPS, con il rischio di sospensioni o revoche di prestazioni.

Eccezioni possono esistere solo in presenza di richieste esplicite da parte dell’INPS o modifiche normative. In tutti gli altri casi, è sufficiente un’unica dichiarazione fatta correttamente. Per evitare errori, è utile conservare tutta la documentazione relativa ai buoni e verificare le date di scadenza.

Una semplice dimenticanza può avere ripercussioni concrete. Vale quindi la pena prestare attenzione, anche quando si pensa di avere solo risparmi fermi e “dimenticati”. La fiscalità non si ferma davanti a un cassetto chiuso.

E per le cedole dei BTP, cosa cambia?

Anche le cedole dei BTP devono essere indicate nel modello RED nell’anno in cui maturano, indipendentemente dall’effettivo incasso. Si tratta infatti di redditi da capitale, e il principio applicato è quello della competenza economica: conta il momento in cui il reddito diventa esigibile, non quando viene percepito.

I BTP distribuiscono cedole semestrali, e ognuna va considerata separatamente. Se una cedola matura nel 2024, deve essere dichiarata nel modello RED dello stesso anno, anche se il denaro resta fermo sul conto. L’INPS considera questi importi nella valutazione dei requisiti per prestazioni assistenziali, quindi ometterli può portare a sospensioni o ricalcoli.

È consigliabile tenere traccia degli accrediti consultando l’estratto conto titoli, per evitare errori o dimenticanze che possono avere conseguenze concrete.

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