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Economia e Finanza

Ferie: se il datore di lavoro si rifiuta di concederle cosa fare? Pazzesco quello che può succedere

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Il diritto alle ferie impedisce a qualsiasi datore di lavoro di rifiutare di concedere il periodo di riposo ai propri dipendenti.

Generalmente, il periodo di ferie maturano durante l’anno è concesso ai lavoratori in maniera compatibile con le esigenze dell’attività aziendale. In ogni caso, si tratta di un diritto irrinunciabile del lavoratore e dunque va considerata nulla qualsiasi clausola contrattuale che ne limiti la fruizione.

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Tuttavia, la legge permette al datore di lavoro di modificare il periodo di riposo, giustificando la richiesta. La normativa in vigore ammette questa possibilità nel caso in cui i giorni di ferie coincidano con un momento di particolare necessità dell’azienda oppure con un periodo in cui anche gli altri colleghi hanno ricevuto l’autorizzazione ad assentarsi per riposo.

Oggi scopriremo quando si possono prendere le ferie e che cosa succede nel caso in cui il datore di lavoro ponga dei vincoli e dei limiti alla fruizione delle stesse.

Diritto alle ferie: di cosa si tratta?

Il diritto alle ferie è un diritto irrinunciabile di ogni lavoratore. Esso vale sia per i dipendenti del settore pubblico che per quelli del settore privato.

Secondo quanto stabilito dal diritto del lavoro, le ferie non godute non possono essere sostituite con un compenso economico. Tuttavia, la normativa prevede un’eccezione per alcuni casi (ad esempio, in caso di cessazione del rapporto di lavoro).

Il datore di lavoro non può rifiutarsi di concedere le ferie al dipendente. Nel caso in cui si dovesse verificare una condizione del genere, il rifiuto è considerato illegittimo e può provocare un danno non patrimoniale che il datore di lavoro sarà tenuto a risarcire.

Il periodo di ferie, così come la durata del periodo di riposo, è stabilito dal contratto collettivo nazionale di riferimento. In ogni caso, la legge fissa un periodo minimo annuale legale di ferie retribuite:

  • Di almeno 2 settimane nel corso del periodo di maturazione;
  • E di altri due settimane, da utilizzare nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.

Nel caso in cui il datore di lavoro dovesse violare le suddette disposizioni, la legge prevede una sanzione che va da €120 a €720 nella generalità dei casi. Tuttavia, se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori o si verifica in almeno due anni, la sanzione pecuniaria è compresa tra €480 e €1.800.

Inoltre, se la violazione di queste disposizioni si riferisce a più di 10 lavoratori e si verifica in almeno 4 anni la sanzione parte da un minimo di €960 e può arrivare a €5.400.

Chi stabilisce il periodo di ferie

Secondo quanto stabilito dalla legge, il datore di lavoro ha la possibilità di stabilire ad inizio anno il periodo le modalità di godimento delle ferie. I giorni di riposo, infatti, possono essere utilizzati come ferie collettive, quando il periodo di riposo riguarda la totalità dei dipendenti di un’impresa.

Si può parlare, invece, di ferie individuali quando il lavoratore si assenta per un periodo di riposo, ma l’azienda resta operativa.

La durata e il momento in cui le ferie possono essere godute sono stabilite tramite un piano ferie approvate dal datore di lavoro.

La programmazione deve tenere conto del periodo minimo previsto entro l’anno di maturazione. Nel caso in cui il lavoratore non dovesse godere del suddetto periodo minimo, il datore di lavoro ha la possibilità di obbligarlo a consumarle anche per evitare di incorrere in sanzioni.

Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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