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Economia e Finanza

Disabili, è addio al referente unico per i permessi legge 104 mensili: il perché della novità

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In arrivo novità normative di assoluto rilievo in tema di permessi legge 104 mensili per assistere familiari disabili.

In un recente schema di d. lgs. di ricezione della direttiva comunitaria n. 1158 del 2019 sono contenuti significativi aggiornamenti in tema di disabilità, permessi mensili, lavoro agile e divieto di discriminazione.

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In base alle norme finora in vigore, nei confronti della persona con disabilità e dell’assistenza prestata in suo favore, è valso il principio del cd. referente unico.

Con un parere del 2008 il Consiglio di Stato individuò il referente unico nel soggetto che svolge “il ruolo e la connessa responsabilità di porsi come punto di riferimento della gestione generale dell’intervento, assicurandone il coordinamento e curando la costante verifica della rispondenza ai bisogni dell’assistito”. Fino ad oggi il diritto alla fruizione dei permessi mensili legge 104 non poteva essere previsto per più di un lavoratore dipendente, per l’assistenza alla stessa persona con handicap.

Ebbene, le ultime novità normative sui disabili ci indicano il superamento della figura del referente unico, ossia uno stop di cui si trova traccia in un passaggio dello schema di d. lgs. di ricezione della direttiva comunitaria n. 1158 del 2019 – ora all’esame di Camera e Senato. Vediamo più da vicino le modifiche in oggetto e cosa cambierà di fatto.

I disabili e la fine dell’esperienza del referente unico: il nuovo meccanismo e la finalità

Come appena accennato, sarà addio alla figura del referente unico per assistere familiari in condizioni di disabilità. Da qui in avanti le regole aggiornate comporteranno il frazionamento della fruizione dei permessi di cui all’art. 33 della notissima legge n. 104, tra più soggetti aventi diritto. Tuttavia il limite complessivo di 3 giorni mensili resterà invariato.

Lo prevede appunto un passaggio della bozza di decreto legislativo di ricezione della direttiva comunitaria sopra menzionata, approvato dal Consiglio dei Ministri ad inizio aprile ed attualmente all’esame delle commissioni parlamentari di Camera e Senato. Con la modifica, pertanto, il diritto potrà essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra quelli autorizzati a prestare assistenza. Attenzione però: la fruizione si deve compiere in via alternativa tra loro.

La finalità del nuovo meccanismo è indicata nella relazione illustrativa del Governo allo schema di decreto in materia di disabili e misure di tutela. Infatti la modifica è mirata all’esigenza di una più equilibrata distribuzione dei compiti di cura tra i familiari che si occupano del disabile, “evitando che ricadano di fatto sulle donne, per effetto di un consolidato stereotipo culturale di genere” – si legge nel testo.

Disabili: il principio del divieto di discriminazione e la tutela giurisdizionale rafforzata

Il citato schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri e ora all’esame del Parlamento ha altresì la peculiarità di introdurre norme di maggior tutela nei confronti dei lavoratori che assistono familiari disabili e nei confronti dei lavoratori dipendenti in condizione di disabilità.

Nell’ambito del provvedimento compare infatti il divieto di discriminazione sul lavoro per cause connesse all’utilizzo dei benefici assegnati in considerazione della propria disabilità, o di quella dei soggetti cui i lavoratori prestano assistenza e cura.

Anzi, grazie al citato decreto si può dunque parlare di una vera e propria tutela giurisdizionale rafforzata in tema di controversie di natura discriminatoria.

Disabili: la spinta allo smart working

Nello schema del provvedimento di ricezione della citata direttiva comunitaria trova altresì spazio il diritto alla priorità nella richiesta di svolgere il lavoro in modalità agile, a favore dei lavoratori che sfruttano le due ore di permesso giornaliero o i tre giorni mensili al fine di assistere il familiare disabile. Ben si comprende la compatibilità tra attività lavorativa da remoto e assistenza del disabile.

Infine, nell’ambito del d. lgs. in questo periodo all’esame del Parlamento anche una conferma di rilievo. Ci riferiamo all’attuale disciplina per la quale i tre giorni di permesso mensile per l’assistenza al familiare disabile grave, valgono anche nei confronti della parte di un’unione civile e del convivente di fatto. Si tratta peraltro di regole che ben si abbinano a quanto disposto nella legge sulle unioni civili e che rappresentano sicuramente una conquista di civiltà. 

Claudio Garau

Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Da diversi anni ha scelto di svolgere a tempo pieno il lavoro di redattore web, coniugando la sua passione per la scrittura e la tecnologia con quella per l’informazione, specialmente in campo giuridico. Si pone l’obiettivo di spiegare concetti e rendere comprensibili argomenti delle leggi, che è utile conoscere nella vita di tutti i giorni. Tra le sue passioni nel tempo libero ci sono il mare, lo sport e i motori.

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