Un appartamento che arriva inaspettato può cambiare la vita. Ma oltre alle emozioni, può incidere su bonus e assegni. L’ISEE non fa sconti: ciò che entra nel patrimonio, finisce nei calcoli. Questa è la storia di come un regalo affettivo diventa anche un dato ufficiale, con effetti immediati e meno visibili di quanto sembri.
Ricevere un’eredità non è solo questione di affetto o ricordi. Un appartamento o un gruzzolo in banca entrano di diritto nella fotografia economica che lo Stato utilizza per stabilire l’accesso ad agevolazioni e sostegni. Il passaggio può sembrare invisibile all’inizio, ma la ricaduta può arrivare rapida, incidendo su assegni per i figli, contributi o sconti su servizi essenziali.

In certi casi, basta che l’immobile non sia la prima casa o che il saldo in banca superi determinate soglie per alterare radicalmente il valore dell’ISEE. È un effetto a catena: un indicatore più alto può ridurre o sospendere per mesi alcune prestazioni, anche senza che la reale disponibilità economica sia cambiata. Il nodo sta tutto nel momento in cui il patrimonio entra nella Dichiarazione Sostitutiva Unica, la DSU, e diventa un numero ufficiale.
Dietro a questa trasformazione ci sono regole chiare ma non sempre note, scadenze rigide e margini di intervento che possono fare la differenza. L’ISEE non è solo un modulo: è una fotografia che, se aggiornata correttamente, può riflettere la situazione reale e non solo quella “fotografata” due anni prima.
Patrimonio ereditato e regole ISEE 2025
L’atto di successione segna il passaggio di proprietà: da quel momento, l’immobile ereditato entra a pieno titolo nel patrimonio immobiliare da dichiarare nella DSU. Viene calcolato sulla base della rendita catastale rivalutata o del valore riportato nell’atto, come previsto dalla normativa vigente. Anche i soldi ereditati rientrano nel patrimonio mobiliare e sono valutati al 31 dicembre dell’anno di riferimento: per l’ISEE 2025 si guarda quindi alla situazione al 31 dicembre 2023.

Questo significa che anche somme già spese possono influenzare il calcolo, se erano presenti alla fine dell’anno di riferimento. Le regole non consentono di escludere immobili o denaro, a meno che non rientrino nelle deroghe introdotte dal 3 aprile 2025: titoli di Stato, buoni fruttiferi e libretti postali fino a 50.000 euro per nucleo familiare possono non essere conteggiati. Per chi riceve un bene diverso da questi, la rilevanza ai fini ISEE è inevitabile.
L’impatto può essere notevole: ad esempio, chi supera i 30.000 euro di patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non può accedere all’Assegno di Inclusione. In più, un ISEE più alto riduce l’importo dell’Assegno Unico per i figli, che passa dal massimo di 199,40 euro a soli 57 euro per figlio se si superano determinate soglie.
ISEE corrente: uno strumento per recuperare
L’ISEE ordinario si basa su redditi e patrimoni di due anni prima, ma non sempre questo riflette la situazione reale. Se il patrimonio o il reddito subiscono variazioni significative, la legge consente di presentare l’ISEE corrente. È utile, ad esempio, se il denaro ereditato è già stato utilizzato o se l’immobile è stato venduto.
Per aggiornare il reddito si può intervenire subito; per il patrimonio, invece, la richiesta è possibile solo da aprile. L’ISEE corrente può riportare l’indicatore su valori più vicini alla realtà e riaprire l’accesso a prestazioni temporaneamente sospese. È però essenziale rispettare le scadenze: entro il 28 febbraio per evitare riduzioni degli importi a marzo, ed entro il 30 giugno per non perdere il diritto agli arretrati.
Agire rapidamente, con documentazione completa e corretta, significa evitare lunghi periodi senza sostegni economici. In una fase in cui un’eredità può sembrare tanto un dono quanto una complicazione, l’ISEE corrente è lo strumento per bilanciare il peso dei numeri con la concretezza della vita quotidiana.