Sembrava l’investimento perfetto: un titolo in dollari con rendimento generoso, un emittente solido e un cambio favorevole. Ma basta poco per far cambiare le carte in tavola.
Una piccola variazione nel rapporto euro-dollaro può trasformare un buon affare in una delusione. È quello che è successo a Fabio, che a inizio anno ha deciso di puntare forte su un’obbligazione in valuta americana. E oggi si ritrova con conti che non tornano. Il problema? Non è il titolo, è il cambio.
Fabio ha investito 100.000 euro all’inizio dell’anno acquistando un’obbligazione Italy 33usd 5,375, quando il tasso di cambio era 1,0350. A quel tasso, ha ottenuto circa 103.500 dollari. Il prezzo dell’obbligazione allora era 99,82, quindi ha potuto comprare circa 1.037 obbligazioni.
Tutto bene fino a qui. Il prezzo dell’obbligazione oggi è salito a 104,82, e Fabio ha anche maturato un rateo netto di 1,424 dollari per obbligazione. Sommando prezzo e rateo, ogni obbligazione oggi vale 106,244 dollari lordi, ovvero un controvalore totale di circa 110.220 dollari.
Fin qui, ottimo affare. Ma adesso arriva la doccia fredda: oggi il cambio euro-dollaro è in area 1,0950/1,1047. Convertendo quei 110.220 dollari al nuovo tasso, il controvalore in euro è 99.755 euro. Risultato? Fabio ha perso 245 euro, nonostante il titolo sia salito e abbia generato cedole. Tutta colpa della svalutazione del dollaro, che ha cancellato i guadagni.
Il caso di Fabio dimostra quanto una svalutazione del dollaro possa pesare anche su un investimento ben selezionato. Il titolo offre un rendimento effettivo a scadenza lordo del 4,85%, che si traduce in un netto del 4,18%. Ma se l’euro continua a rafforzarsi, quei numeri diventano solo teorici. Oggi, chi investe in obbligazioni in dollari si espone a un doppio rischio: quello del mercato obbligazionario e quello del cambio.
Al momento il cambio euro-dollaro si muove intorno a 1,1047, ma molti analisti vedono supporti in area 1,0960 e 1,0850, e resistenze sopra 1,1120. Se l’euro continua a salire, investire in dollari può diventare un boomerang, a meno che non si decida di coprire il cambio (opzione spesso costosa per i piccoli risparmiatori).
In sintesi, anche quando tutto sembra andare per il meglio – prezzo che sale, cedole regolari, rating affidabile – l’effetto cambio può vanificare i profitti. E allora la vera domanda è: quanto vale davvero un buon rendimento se il tuo capitale si riduce al cambio?
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