Gli evasori fiscali non vanno in carcere: ecco spiegato il motivo

Gli evasori fiscali non vanno in carcere, sono 19 milioni, troppi. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate propone una soluzione diversa.

Il problema dell’evasione fiscale in Italia è un’annosa questione. Ad oggi, gli evasori fiscali sono circa 19 milioni e sarebbe davvero impensabile arrestare così tanta gente.

Gli evasori fiscali non vanno in carcere: ecco spiegato il motivo

Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate sono circa 19 milioni gli evasori fiscali che non pagano le tasse, in Italia. L’idea di eseguire un arresto di massa fa acqua da tutte le parti.

Insomma, torna in auge il tema classico che vede tanti furbetti evadere le tasse, creando un buco fiscale enorme, e al contempo l’impossibilità da parte dello Stato di punire i responsabili.

Gli evasori fiscali non vanno in carcere

Negli ultimi anni si sono avuti diversi interventi volti a limitare il fenomeno dell’evasione fiscale e ad incentivare i furbetti a regolarizzare la loro situazione nei confronti del Fisco. Una delle iniziative finalizzare a questo tipo di soluzioni è data dalla Pace Fiscale.

In particolare, con il decreto Rottamazione Ter si è puntato alla rottamazione di alcune tipologie di cartelle esattoriali. Lo scopo di questi interventi è quello di trovare un rimedio al problema, con delle misure che incentivassero gli evasori a fare ammenda.

In parte, l’obbiettivo è stato raggiunto, anche se l’importo delle tasse non versate, recuperate con questo stratagemma, è ben lontano dalla voragine fiscale che si è creata negli anni. Di fatto, così come confermato dal direttore Ruffini, i debiti nei confronti del fisco ammontano a 1.100 miliardi di euro fra tasse, imposte e contributi.

Ci stiamo riferendo al cd Magazzino, ovvero la somma dei mancati versamenti dovuti all’evasione. I versamenti dovuti riguardano 19 milioni di contribuenti a cui è destinata almeno una cartella esattoriale proveniente dall’Agenzia delle Entrate.

Di questi 19 milioni, 16 sono persone fisiche, mentre i restanti 3 milioni sono rappresentati da personalità giuridiche come società, ditte, partite Iva, etc.

Tra i soggetti che avevano la possibilità di “cogliere la palla la balzo” con il Decreto Rottamazione Ter e regolarizzare la propria condizione debitoria, solo 3 milioni ne hanno approfittato. In questo modo, è stato possibile recuperare 20 miliardi di euro. Ma, come dicevamo, è una cifra fin troppo esigua se paragonata al “buco fiscale” di partenza.

Qual è la soluzione all’evasione fiscale?

Dal momento che è impossibile procedere con la reclusione in carcere di circa 19 milioni di evasori, la proposta avanzata dal direttore Ruffini è quella di pretendere il denaro in maniera forzosa.

Ed è proprio il direttore a ribadire che oltre ad essere poco pratica, l’idea di mettere in carcere l’evasore, è anche poco conveniente. Di fatto, questa soluzione provocherebbe il fallimento o la cessazione della sua attività lavorativa rendendo inesigibili i debiti.

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