Hanno investito il mio gatto, posso chiedere un risarcimento?

Un attimo di distrazione, un’auto che arriva veloce, un gatto che attraversa la strada. Poi il silenzio. Il dolore è grande, ma sorge una domanda concreta: hanno investito il mio gatto, posso chiedere un risarcimento? Oggi la risposta non è più solo un freddo “no” basato sul valore economico dell’animale. Una recente sentenza italiana ha aperto spiragli importanti, partendo da un caso che ha coinvolto un cane. E ciò che è accaduto in quell’aula di tribunale potrebbe cambiare il modo in cui viene affrontata anche la perdita di un gatto.

Era un pomeriggio tranquillo in un’area verde condominiale, quando un cane di razza Pinscher è stato ucciso da un lupo cecoslovacco sfuggito al controllo della proprietaria. La famiglia del piccolo cane ha portato il caso in tribunale. Non hanno chiesto solo il valore economico dell’animale, ma il riconoscimento di un dolore vero, personale, affettivo. Ed è proprio su questo che il Tribunale di Brescia ha preso una posizione nuova: la perdita dell’animale è stata vista come un danno non solo patrimoniale, ma anche emotivo.

gatto accarezzato dal padrone
Hanno investito il mio gatto, posso chiedere un risarcimento?-trading.it

Quella decisione, per molti versi inaspettata, ha stabilito che il legame con un animale domestico può costituire parte della sfera relazionale tutelata dalla Costituzione. Una svolta che potrebbe valere anche per chi ha perso un gatto in circostanze simili.

Hanno investito il mio gatto: cosa prevede la legge

Quando un gatto viene investito da un’auto, il primo elemento da valutare è la responsabilità del conducente. Secondo il Codice civile, chi causa un danno ingiusto è tenuto a risarcirlo, ma serve dimostrare una condotta colposa: eccesso di velocità, mancata attenzione, guida distratta. Se invece l’incidente è stato davvero inevitabile, per esempio il gatto è uscito improvvisamente in strada, ottenere un risarcimento sarà molto difficile.

Bilancia e martello giustizia

Tuttavia, se è possibile dimostrare la responsabilità del conducente, il proprietario può chiedere due tipi di danni: quello patrimoniale, legato al valore del gatto, e quello non patrimoniale, legato al dolore subito. Ed è qui che la sentenza di Brescia diventa un esempio utile. In quel caso, il giudice ha riconosciuto che la perdita dell’animale aveva causato una sofferenza concreta e profonda ai membri della famiglia, tanto da meritare un risarcimento vero.

Il tribunale ha usato le tabelle normalmente riservate al lutto per la perdita di un parente per calcolare l’importo da liquidare. Ogni familiare ha ricevuto una somma diversa, in base all’intensità del legame e al trauma subito. Anche l’età dell’animale è stata considerata.

Un precedente importante anche per i proprietari di gatti

Il valore di questa decisione va oltre il singolo caso. Ha mostrato che gli animali da compagnia non sono più visti soltanto come oggetti. Possono essere riconosciuti come presenze significative nella vita affettiva delle persone. Questo vale per i cani, ma anche per i gatti, che per molti sono parte della famiglia a tutti gli effetti.

Quindi, se un gatto viene investito e la responsabilità dell’automobilista è dimostrabile, il proprietario può chiedere un risarcimento per danno affettivo. Ogni situazione sarà valutata singolarmente, ma la strada aperta dalla giurisprudenza lascia spazio a richieste che fino a poco tempo fa sarebbero state respinte.

È un passo avanti importante, perché riconosce che la relazione con un animale ha un valore emotivo e sociale. Non si tratta solo di “quanto costava il gatto”, ma di cosa rappresentava nella vita di chi lo ha perso. La legge, lentamente, comincia a considerare anche questo aspetto. E in casi ben documentati, il dolore per la perdita può finalmente ricevere il rispetto che merita.

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