I guadagni delle banche, da cosa derivano? La risposta non è così scontata

I guadagni delle banche provengono, non dalle tipiche attività bancarie, ma dalla vendita di strumenti finanziari. Scopriamo per quale motivo.

Nel corso degli ultimi anni, c’è stato un cambiamento di tendenza da parte degli istituti bancari. Se fino a qualche anno fa la maggior parte digli utili derivano dalle attività di gestione del credito a imprese e famiglie, oggi i guadagni delle banche provengono dalla vendita di prodotti finanziari.

I guadagni delle banche, da cosa derivano? La risposta non è così scontata

Attualmente, infatti, oltre il 53% dei guadagni ottenuti dagli istituti bancari derivano dalle commissioni relative alla vendita di prodotti finanziari. Solo il 46% degli utili proviene dalle attività di cessione del credito a famiglie e imprese.

Si tratta, dunque, di un cambiamento del modello di business delle banche. La Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI) ha infatti pubblicato le analisi che hanno preso in esame proprio questo cambiamento e, per farlo, analizzato il fatturato delle banche italiane.

I guadagni delle banche: l’incredibile scoperta

Fino a qualche anno fa la maggior parte dei guadagni bancali provenivano da attività di cessione del credito. Nel corso del tempo, si è verificato uno sbilanciamento a favore delle attività di intermediazione finanziaria che, a quanto pare, oggi generano oltre il 53% del fatturato degli istituti bancari.

In particolare, i guadagni delle banche derivano principalmente dalle commissioni relative attività di vendita di strumenti di investimento.

A quanto pare la vendita di prodotti finanziari sembra essere un’attività molto più sicura e redditizia per le aziende bancarie, rispetto alla cessione del credito.

Secondo le analisi condotte della Federazione Autonoma Bancari Italiani nel 2021 si è registrato un più 4% rispetto all’anno precedente, dei ricavi relativi agli strumenti di investimento.

Si parla di circa 82 miliardi di monte ricavi, rispetto ai 44 miliardi di utili derivanti dalle attività di intermediazione del credito. Vi è, poi, una piccola percentuale di guadagni, pari a 32 miliardi di euro, che derivano dai proventi dei prestiti alla clientela, corporate e retail.

Le analisi condotte dalla FABI hanno riscontrato un aumento di 4,6 miliardi di euro di utili legati alla vendita di prodotti assicurativi e finanziari, al risparmio gestito e alle carte di credito.

Questo incremento nei ricavi delle banche ha assorbito più che bene il crollo dei guadagni legati agli impieghi, che ammontava a 543 milioni di euro.

L’evoluzione del business bancario

Fino a qualche anno fa il core business degli istituti bancari faceva riferimento al credito erogato in favore di famiglie e imprese. Ciò vuol dire che la redditività delle banche dipendeva dal margine di interesse relativo ai prestiti e ai mutui concessi.

Tutti i servizi e gli asset management facevano parte dei ricavi, ma in maniera residuale e marginale.

Con il passare del tempo, però, c’è stata un’inversione di tendenza e attualmente i ruoli sono completamente ribaltati. Al momento, infatti, i prodotti finanziari e assicurativi sono molto più remunerativi per le banche e presentano un basso margine di rischio, rispetto ai prestiti.

In particolare, il vero vantaggio relativo la vendita di prodotti finanziari e assicurativi riguarda la totale assenza del rischio di insolvenza che, invece, è strettamente collegato alla cessione del credito.

Si tratta, dunque, di un guadagno certo per le banche. Questa peculiarità rende tale strumento di guadagno estremamente conveniente.

Per questo motivo è importante che gli investitori facciano particolare attenzione ai prodotti che gli vengono proposti. Infatti, può accadere che una banca abbia un conflitto di interesse.

Attualmente, ad esempio, i BTP rappresentano un ottimo strumento di investimento a reddito fisso di medio termine, che tuttavia è poco conveniente dal punto di vista bancario.

Per questo motivo gli istituti bancari spesso tendono a proporre strumenti di investimento con commissioni più elevate che garantiscono una redditività maggiore per la banca. Ma non è detto che siano altrettanto convenienti anche per l’investitore.

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