I bond reverse floater offrono cedole che crescono al diminuire dei tassi di interesse, un meccanismo che li rende strumenti interessanti in fasi di politica monetaria espansiva. Spesso partono con una cedola fissa competitiva e poi passano a una variabile legata a indici come Euribor o Sofr. Il lotto minimo per i piccoli investitori è generalmente di 1.000 €, con rendimenti potenzialmente più elevati rispetto ai bond tradizionali.
Il mercato delle obbligazioni strutturate continua a evolvere e, tra le tipologie più discusse, i reverse floater stanno catturando l’attenzione grazie al loro profilo di rendimento collegato all’andamento dei tassi di interesse. In un contesto in cui la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea sono attese a ridurre il costo del denaro tra fine 2025 e il 2026, secondo le analisi di Morgan Stanley e JP Morgan, questi strumenti possono garantire flussi cedolari più alti man mano che i tassi scendono.

La particolarità è che offrono inizialmente un tasso fisso – in media intorno al 6% secondo Intermonte – e poi passano a una formula variabile inversa, che si traduce in rendimenti maggiori in scenari di tassi bassi o in discesa. Tuttavia, la loro natura complessa richiede attenzione, soprattutto per gli investitori retail.
Come funzionano i bond reverse floater
I reverse floater sono titoli emessi da grandi banche internazionali come Deutsche Bank, Goldman Sachs, BNP Paribas o Bank of America e uniscono una componente obbligazionaria tradizionale a una derivativa. In pratica, la cedola iniziale è fissa e competitiva, ad esempio tra il 5% e il 9%, e dura uno o più anni. Dopo questa fase, subentra la gamba variabile, che si calcola sottraendo un parametro di riferimento – spesso l’Euribor 3 mesi o il Sofr – da un valore prestabilito.
Ciò significa che se il tasso Euribor è alto, la cedola si riduce, fino anche ad azzerarsi. Al contrario, se i tassi calano, il rendimento cresce, premiando l’investitore. Elizaveta Usova, analista fixed income di Cbonds, sottolinea che la struttura inversa aiuta a proteggersi dai ribassi dei tassi, fungendo quasi da copertura naturale. Inoltre, molte emissioni hanno cap e floor, ossia limiti minimi e massimi, per evitare oscillazioni estreme: il floor è spesso pari allo 0%.

I vantaggi principali, rispetto ai bond a tasso fisso, sono due: cedole potenzialmente più alte in caso di tassi in discesa e diversificazione del portafoglio. I rischi, invece, riguardano la complessità delle formule di calcolo, la minore liquidità sul mercato secondario e la possibilità che, con tassi in rialzo, le cedole si riducano drasticamente.
Valute, scadenze e prospettive di rendimento
Un altro aspetto rilevante è la valuta di emissione. Alcuni reverse floater sono denominati in euro, altri in dollari o sterline. Secondo gli analisti di Intermonte, in caso di tagli più rapidi della Fed, le emissioni in dollari potrebbero offrire un premio superiore, ma esponendo l’investitore al rischio cambio. Usova, invece, ritiene che i bond in euro siano più trasparenti e privi di questo rischio, rendendoli più adatti al risparmiatore retail europeo.
Le scadenze, spesso medio-lunghe (10-15 anni), richiedono una valutazione attenta: un reverse floater con durata elevata aumenta la sensibilità ai movimenti dei tassi. Alcune emissioni includono clausole di richiamo anticipato (callability), che possono portare l’emittente a rimborsare il titolo in anticipo se le condizioni di mercato diventano troppo favorevoli per l’investitore.
Dal punto di vista operativo, il taglio minimo per partecipare a queste emissioni è solitamente di 1.000 €, anche se non mancano casi più elevati, fino a 100.000 €. Gli spread denaro-lettera sono in media dell’1%, un elemento che riflette la natura di mercato di nicchia di questi strumenti.
Secondo Alessandro D’Amico di Societe Generale, il supporto del liquidity provider, spesso la stessa banca emittente, aiuta a garantire una certa stabilità nella compravendita. Le prospettive, legate alle attese di tagli per 150 punti base da parte della Fed entro un anno e di riduzioni moderate della Bce entro fine 2025, rafforzano l’attrattiva di questi bond per chi punta a scenari di tassi bassi e stabili.