Un investimento apparentemente banale può nascondere una leva fiscale potentissima. Una minusvalenza certa può trasformarsi in un’opportunità concreta per ottimizzare le proprie strategie finanziarie. In un momento storico in cui l’inflazione rallenta ma non si ferma, scegliere strumenti stabili e intelligenti diventa cruciale. Non tutti sanno che acquistare un titolo sopra la pari può regalare vantaggi nascosti, ma misurabili. Il BTP 3.65% 01AG35 è un esempio emblematico di come una lettura superficiale possa far perdere di vista ciò che davvero conta. C’è chi lo vede solo come un titolo a cedola, chi invece come un’occasione per tagliare le tasse. Ma c’è di più.
Ci sono numeri che sembrano dire tutto al primo sguardo, eppure spesso nascondono molto di più. Il mondo dei titoli di Stato è visto come una scelta tranquilla, senza sorprese. Ma dietro a certe dinamiche si celano possibilità concrete, poco pubblicizzate e ancora meno comprese.

Il BTP 3.65% con scadenza 1 agosto 2035, ad esempio, offre una cedola fissa e regolare, ma anche un interessante vantaggio fiscale legato al prezzo di acquisto attuale, superiore al valore nominale. Una caratteristica che a molti sembra uno svantaggio, ma che può essere sfruttata con intelligenza.
Una minusvalenza certa che diventa risparmio fiscale
Il BTP 3.65% 01AG35, oggi quotato a 102,09, garantisce cedole annuali pari al 3,65% del valore nominale. Chi lo acquista oggi paga più del valore che riceverà a scadenza: 102,09 euro contro i 100 euro che lo Stato rimborserà nel 2035. Questo significa una perdita certa di 2,09 euro per ogni titolo, ma non è un dettaglio da ignorare. Questa perdita, chiamata minusvalenza, ha un valore fiscale molto concreto.

Secondo la normativa italiana, le minusvalenze realizzate su strumenti finanziari possono essere utilizzate per compensare plusvalenze realizzate nello stesso anno o nei quattro successivi. In termini pratici, questo si traduce in un possibile risparmio sulle imposte. Facciamo un esempio: un investimento da 100.000 euro permetterebbe di acquistare circa 979 titoli. Alla scadenza, il rimborso sarà di circa 97.953 euro, con una perdita certa di 2.047 euro. Se nello stesso periodo si ottiene una plusvalenza di 5.000 euro da un altro strumento, la minusvalenza può ridurre l’imponibile a 2.953 euro, con un risparmio fiscale di circa 532 euro.
Questo meccanismo è pienamente legale, trasparente e previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Eppure, è spesso trascurato da chi guarda solo al rendimento nominale. Il prezzo sopra la pari, in questo contesto, non è un difetto ma una porta d’ingresso verso una gestione fiscale più efficiente.
Non solo cedole: stabilità, tassazione agevolata e strategia
Oltre alla minusvalenza compensabile, il BTP 3.65% 01AG35 offre altri elementi di interesse. Il rendimento lordo annuo del 3,65%, che al netto della tassazione agevolata al 12,5% diventa circa il 3,19%, rappresenta una fonte costante di reddito, superiore a molte proposte bancarie attuali. La tassazione più leggera rispetto al 26% applicato ad altri strumenti finanziari è un ulteriore vantaggio.
Il fatto che si tratti di un titolo emesso dallo Stato italiano, inoltre, garantisce un elevato livello di sicurezza e rende questo strumento adatto anche a chi ha un profilo di rischio contenuto. In particolare, pensionati o risparmiatori con orizzonti di lungo termine possono trovare in questo titolo un equilibrio ideale tra stabilità, rendimento e fiscalità favorevole.
Il vero valore aggiunto, però, sta nella combinazione di tutti questi elementi. Il BTP sopra la pari permette di pianificare, integrare e ottimizzare il proprio portafoglio con una logica non solo di guadagno, ma anche di efficienza. Una perdita programmata oggi può diventare un guadagno domani, se gestita con consapevolezza.