Quando i mercati iniziano a traballare e l’incertezza prende il sopravvento, c’è chi sa già dove guardare. Mentre l’investitore medio si fa prendere dal panico, i professionisti si muovono in un’altra direzione. Non cercano miracoli, ma solidità.
Ed è proprio in quei momenti che puntano su un tipo specifico di azioni: quelle capaci di tenere botta, anche quando tutto intorno cede.

Negli ultimi mesi, i segnali di instabilità non sono mancati. Dopo un’impennata dei mercati superiore al 60% dai minimi del 2022, ora il vento sembra cambiare. Le nuove tensioni politiche in arrivo dagli Stati Uniti, con l’eventuale ritorno dei dazi di Trump, si sommano a dati macroeconomici non troppo rassicuranti. Tra i timori di recessione, cresce la voglia di protezione.
Chi investe con un orizzonte lungo sa che non si può restare sempre esposti al rischio. E così, molti grandi fondi iniziano a orientarsi verso le cosiddette azioni difensive, quei titoli che riescono a mantenere una certa stabilità anche quando l’economia rallenta. Non parliamo di aziende qualunque, ma di realtà solide, spesso legate a settori essenziali: sanità, consumi di base, energia.
I titoli difensivi che piacciono alle banche internazionali
Le principali banche d’affari e fondi istituzionali osservano con attenzione queste società, che operano in settori che non si fermano mai. La sanità è uno di questi. Che ci sia crescita o recessione, le persone continueranno ad aver bisogno di farmaci e cure. Aziende come Johnson & Johnson, Pfizer, Novo Nordisk o la svizzera Roche sono tra quelle più ricorrenti nei portafogli “protettivi”.

Anche i beni di consumo essenziali rappresentano un pilastro difensivo. Che si tratti di lavarsi, mangiare o pulire casa, prodotti come quelli di Nestlé, Procter & Gamble, Coca-Cola o Unilever fanno parte della nostra quotidianità. Non a caso, queste aziende sono considerate rifugi nei momenti di crisi, perché garantiscono vendite costanti.
E poi ci sono le utilities: elettricità, gas e acqua sono servizi di cui non possiamo fare a meno. Aziende come Enel, Iberdrola, National Grid o la statunitense Duke Energy sono solide e stabili. Anche il settore assicurativo offre qualche opportunità con nomi come Allianz, Zurich o Aflac, meno esposti alla ciclicità economica.
Secondo molti analisti, il comportamento delle banche centrali continuerà a spingere investitori verso questi titoli. Non perché offrano rendimenti stellari, ma perché riescono a proteggere il capitale nei momenti di tensione. In un mondo pieno di incognite, le azioni difensive offrono una certezza: quella di esserci, indipendentemente dal contesto.
Frattanto nei giorni scorsi la FED, dopo i tagli dei mesi scorsi, ha lasciato i tassi invariati. Vedremo i prossimi dati macroeconomici quale scenario economico potrebbero profilare fino alla fine dell’anno.