L’ISEE socio sanitario ristretto è uno strumento fondamentale per determinare l’accesso alle agevolazioni destinate a persone disabili o non autosufficienti. Capire quali redditi vengono inclusi e come viene calcolato è essenziale per le famiglie che si trovano a dover richiedere prestazioni assistenziali.
Quando si parla di ISEE è importante distinguere tra quello ordinario e quello ristretto. Il primo considera l’intero nucleo familiare, quindi tutti i redditi e i patrimoni dei componenti, mentre l’ISEE socio sanitario ristretto si applica solo in specifici casi e tiene conto di una composizione ridotta. In particolare, questo indicatore è utilizzato per richiedere prestazioni socio sanitarie rivolte a soggetti maggiorenni in condizioni di disabilità o non autosufficienza. La differenza sostanziale riguarda i redditi da includere: il calcolo comprende la persona che richiede la prestazione, l’eventuale coniuge e i figli minorenni, oppure i figli maggiorenni solo se a carico IRPEF.

Secondo quanto chiarito dal Ministero del Lavoro e dall’INPS, questo modello ristretto consente di rappresentare meglio la situazione economica effettiva del soggetto che necessita di assistenza, evitando che il reddito complessivo della famiglia ostacoli l’accesso ai sussidi. Proprio per questo, l’ISEE ristretto risulta spesso più basso rispetto all’ISEE ordinario, con la conseguente possibilità di ottenere contributi più elevati. Non mancano, tuttavia, casi in cui enti erogatori di prestazioni sociali tendono a richiedere l’ISEE ordinario, restringendo di fatto l’accesso agli aiuti.
Chi deve presentare l’ISEE socio sanitario ristretto
La normativa stabilisce che l’ISEE socio sanitario ristretto possa essere richiesto solo in presenza di prestazioni socio sanitarie residenziali o domiciliari. Rientrano in questa categoria servizi come ricoveri in strutture protette, assistenza domiciliare, supporto a persone con gravi disabilità o patologie invalidanti. La regola generale prevede che, se il beneficiario è maggiorenne, non si considerano i redditi dei genitori ma solo quelli del diretto interessato, del coniuge e degli eventuali figli.

Questo aspetto è particolarmente importante per famiglie dove i genitori hanno redditi elevati, che in un ISEE ordinario avrebbero alzato troppo la soglia impedendo l’accesso ai benefici. Secondo gli esperti di Itinerari Previdenziali, tale modalità di calcolo consente di non penalizzare le persone fragili, garantendo una maggiore equità nell’accesso alle prestazioni. La documentazione richiesta resta la stessa prevista per la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), ma con la differenza che deve essere compilata nel quadro specifico per il nucleo ristretto.
Vantaggi e limiti dell’ISEE ristretto
Il principale vantaggio dell’ISEE ristretto è quello di determinare un reddito inferiore rispetto al calcolo ordinario, favorendo l’accesso a agevolazioni e contributi socio sanitari. Secondo i dati diffusi dall’INPS, negli ultimi anni sempre più famiglie hanno optato per questa tipologia, soprattutto in presenza di disabilità gravi. Tra i limiti va considerato che l’ISEE ristretto si applica solo a prestazioni specifiche: per tutte le altre forme di agevolazione fiscale e sociale rimane necessario l’ISEE ordinario. Inoltre, alcuni enti locali o strutture possono richiedere comunque la presentazione dell’ISEE completo per verificare la capacità economica generale del nucleo.
Gli analisti fiscali sottolineano che la differenza tra i due calcoli può essere significativa: in diversi casi l’ISEE ristretto ha consentito a famiglie con redditi medio-bassi di accedere a bonus o riduzioni tariffarie che sarebbero state negate con il calcolo tradizionale. Per questo è fondamentale sapere quale modello richiedere e, se necessario, fare riferimento alle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate o rivolgersi a un CAF per la compilazione corretta.