Un’età che profuma ancora di progetti e sogni nel cassetto, ma anche di fatica accumulata. Chi è nato nel 1968 e ha superato la soglia dei 57 anni potrebbe sentirsi in bilico tra la voglia di rallentare e il peso degli obblighi lavorativi. Non tutti lo sanno, ma ci sono strade nascoste, fuori dai riflettori, che potrebbero aprire scenari inaspettati per chi desidera uscire prima dal mondo del lavoro.
Non si tratta di magie né di scorciatoie, ma di misure concrete, spesso trascurate, che il sistema previdenziale mette a disposizione di pochi. Alcune sono silenziose, altre richiedono condizioni molto precise, ma tutte condividono una promessa: quella di dare respiro a chi ha già dato molto.

C’è un momento, attorno ai 57 anni, in cui si inizia a guardare le giornate con occhi diversi. Le sveglie sembrano più fastidiose, il ritmo del lavoro meno sopportabile, e la mente corre spesso al tempo libero, ai nipoti, a un orto da coltivare o a viaggi rimandati per anni. Per chi è nato nel 1968, questo passaggio può essere particolarmente significativo: si è abbastanza giovani per pensare a un futuro attivo, ma anche abbastanza maturi da volersi prendere una pausa. È qui che entra in gioco una domanda cruciale: è davvero impossibile andare in pensione a 57 anni?
Molti lo escludono a priori, pensando che i paletti dell’età pensionabile siano fissi e insormontabili. Ma scavando tra le pieghe della normativa previdenziale italiana, emergono sei misure poco note, che non fanno rumore ma che possono cambiare il corso di una vita lavorativa. Ognuna con i suoi vincoli, certo, ma anche con possibilità reali per chi rientra nei criteri.
Pensione anticipata a 57 anni: sei vie alternative che pochi conoscono
Chi è nato nel 1968 e pensa che i 57 anni siano troppo pochi per andare in pensione potrebbe ricredersi. In alcuni casi molto specifici, esistono vie d’uscita concrete. Una delle più significative riguarda le donne con un’invalidità pari o superiore all’80%, che possono accedere alla pensione già a 56 anni, purché abbiano almeno 20 anni di contributi. Per gli uomini, la soglia sale a 61 anni.

Poi c’è la Quota 41, pensata per chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni e ha versato almeno 41 anni di contributi. Vale solo per alcune categorie protette: disoccupati senza ammortizzatori, caregiver, invalidi con almeno il 74% o chi ha svolto lavori usuranti. Se si è partiti a 16 anni, è possibile raggiungere i 41 anni entro i 57.
La pensione anticipata ordinaria per lavoratori precoci consente alle donne con 41 anni e 10 mesi di contributi di uscire prima. Chi ha avuto una carriera continuativa può arrivare a maturare i requisiti a 57 anni.
I caregiver possono rientrare nella Quota 41 se assistono da almeno sei mesi un familiare con grave disabilità e hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni. Anche questa è una strada che porta all’uscita anticipata.
L’Opzione Donna permette di andare in pensione a 58 anni (59 per le autonome), ma chi aveva già i requisiti in passato può rientrare anche se ha 57 anni nel 2025.
Infine, esiste la pensione casalinghe: richiede almeno cinque anni di contributi volontari, assenza di lavoro subordinato o autonomo e una soglia minima contributiva. È rivolta a chi si occupa della casa a tempo pieno.
Alternative da valutare per accompagnarsi alla pensione
Anche chi non rientra in queste sei misure può valutare soluzioni transitorie. La RITA, rendita integrativa temporanea anticipata, consente a chi ha un fondo pensione e almeno 20 anni di contributi, di ricevere un assegno mensile in caso di disoccupazione da due anni.
L’isopensione è un’altra possibilità: le aziende con almeno 15 dipendenti possono accompagnare i lavoratori fino a sette anni prima della pensione ordinaria, coprendo i contributi mancanti. Se la pensione di vecchiaia è prevista a 64 anni, si può iniziare il percorso già a 57.
Tutte queste strade comportano un assegno più basso rispetto al trattamento ordinario, ma offrono libertà. Per chi ha un progetto da realizzare o semplicemente desidera riprendersi il proprio tempo, può valerne la pena. Avere una buona pianificazione e affiancare un fondo pensione può fare la differenza.