Gli invalidi che percepiscono l’APE Sociale possono perdere il beneficio in seguito alla revisione dell’inabilità? Ecco la verità.
I soggetti affetti da invalidità almeno al 74% possono andare in pensione in anticipo usufruendo dell’APE Sociale e anticipare l’uscita definitiva dal mondo del lavoro al raggiungimento dei 63 anni e 5 mesi di età anagrafica e dei 30 anni di contribuzione.

Poiché l’invalidità civile viene riconosciuta dall’apposita Commissione medica integrata ASL- INPS, molti percettori si chiedono cosa succeda nel caso di revisione. Si rischia di perdere l’APE Sociale se i medici non confermano l’invalidità almeno al 74%?
APE Sociale e revisione inabilità: quali sono i pericoli per i percettori?
Chi perde il requisito della riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74% non subisce la decadenza dall’APE Sociale. A stabilirlo è la Circolare INPS n. 100/2017, che chiarisce come le condizioni prescritte dalla legge devono essere possedute al momento della presentazione della domanda e devono durare fino alla prima decorrenza della prestazione.

Di conseguenza, se, in occasione della visita di revisione venisse accertato un grado di inabilità inferiore al 74%, non ci sarebbe alcun rischio di sospensione per coloro che hanno già percepito l’APE Sociale. Dopo il primo pagamento, il beneficio è assicurato fino alla sua scadenza naturale. Le cause di decadenza indicate dalla normativa sono: il superamento della soglia reddituale, il raggiungimento dell’età pensionistica e la cessazione della residenza in Italia.
Tutti i requisiti per accedere all’APE Sociale
Ricordiamo che l’APE Sociale spetta alle seguenti categorie di persone:
- invalidi con una riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 74%;
- disoccupati che hanno smesso di percepire le relative indennità (NASpI o misure equivalenti);
- caregivers che prestano assistenza da almeno 6 mesi a un familiare disabile grave;
- lavoratori addetti a mansioni gravose, elencate nell’Allegato C della Legge di Bilancio 2017.
Come abbiamo anticipato, è richiesto un requisito contributivo pari a 30 anni, per i disoccupati, gli invalidi e i caregivers, mentre per i dipendenti che svolgono mansioni gravose sono richiesti almeno 36 anni di contributi. Le lavoratrici madri, invece, hanno diritto a uno sconto di un anno sul requisito contributivo per ciascun figlio, fino a un massimo di 2 anni.
La prestazione è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, autonoma o dipendente, a eccezione del lavoro autonomo occasionale fino a 5 mila euro lordi annui. Chi è intenzionato a usufruire dell’APE Sociale deve presentare all’INPS prima una richiesta per il riconoscimento dei requisiti previsti dalla normativa, nelle seguenti finestre temporali:
- dal 1° gennaio al 31 marzo;
- dal 1° aprile al 15 luglio;
- dal 16 luglio al 30 novembre.