Il mercato dei bond potrebbe tornare uno dei settori più remunerativi per tre diverse ragioni. Ecco i principali motivi per cui puntare sulle obbligazioni.
Profitti, il debito, la liquidità, sono le tre variabili da considerare in ottica di investimento obbligazionario.
Il sentiment che preannuncia una nuova possibile crisi ha creato un’avversione al rischio generalizzata. In questo contesto le obbligazioni ha discapito di un prezzo sempre più basso hanno offerto cedole crescenti. Il primo motivo per investire in obbligazioni è la crescita progressiva degli interessi, che possono continuare a generare opportunità per chi vuole entrare a mercato mantenendosi investito sul lungo termine. È questo, infatti, l’approccio giusto che può garantire di compensare nel tempo l’inflazione destinata a rientrare entro valori target intorno al 2%.
Il secondo buon motivo per investire sui bond è la possibilità di preventivare il loro rendimento con un discreto vantaggio rispetto al mercato azionario. Con l’aumento dei tassi di interesse anche il rendimento obbligazionario dovrebbe continuare a salire. A questo si aggiunge un’economia piuttosto instabile a cui le obbligazioni possono offrire protezione grazie alla correlazione dei loro interessi con il rischio.
Date le generali incertezze globali sul futuro della crescita economica, le obbligazioni globali emesse dagli Stati o da società, possono essere un buon modo per diversificare il rischio. Il terzo motivo per investire in obbligazioni è sfruttare la crescita dei prezzi attraverso titoli indicizzati all’inflazione; tra questi ad esempio il BTP Italia.
A maggio l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è salito al 8,6% mentre in Italia è vicino al 7%. L’inflazione che non è più considerata transitoria prevarrà come variabile almeno fino al 2023. In questo contesto la Fed e la BCE aumentano i tassi ufficiali, con cedole per i titoli a lungo termine intorno a interessi del 3,8%. La congiuntura straordinaria è favorevole in un’ottica di lungo periodo; sottoscrivere obbligazioni a 15, 20 o 30 anni non è un errore se i tempi di investimento combaciano con i nostri obbiettivi finanziari.
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