Borsa: fiducia degli investitori nelle obbligazioni e attendendo il picco dei tassi di interesse

Gli investitori sono tornati a credere e nelle obbligazioni; nonostante uno dei peggiori periodi della storia per il reddito fisso, la raccolta netta in Europa è stata positiva.

Il dato positivo di raccolta dei fondi obbligazionari ad agosto non era affatto scontato. Ma quali sono le motivazioni?

Obbligazioni Mediobanca
Stock.Adobe

Il reddito fisso ha vissuto uno dei peggiori periodi della sua storia, nella prima parte del 2022 sono state ingenti le perdite e le svalutazioni delle quotazioni. Da agosto il trend sembra tornato positivo. Questo soprattutto nei settori corporate od obbligazioni societarie quotate in euro, obbligazioni sulle valute, obbligazioni governative e sui mercati emergenti.

Questa ripresa dell’interesse da parte degli investitori ha una sua logica; il rapido declino delle quotazioni ha generato contestualmente un incremento record degli interessi. Si è generato così un’opportunità di ingresso a sconto con un effetto in grado di aumentare in maniera importante il rendimento a scadenza a cui si aggiungono le cedole.

Le obbligazioni hanno scontato in modo pesante le prospettive economiche ma sono pronte a riprendere valore

Entrando a mercato con il tempismo giusto gli investitori hanno ora la possibilità di realizzare un profitto più significativo dalle obbligazioni di quanto non sia avvenuto nel recente passato. Nella prima dell’anno, le obbligazioni hanno scontato in modo pesante le prospettive economiche negative dovute agli aumenti dei tassi di interesse. A perdere più di tutti sono stati i fondi obbligazionari governativi e corporate in euro, con un risultato negativo di oltre il 10% tra gennaio e giugno. I comparti specializzati sui Titoli di Stato usano quotati in dollari hanno perso invece più del 9 mentre quelli sulle emissioni societarie in dollari il 14%.

A settembre le performance medie di queste categorie obbligazionarie continuano a essere negative; i mercati adesso si preparano alla possibilità che il primo trimestre 2023 i tassi di interesse Usa raggiungano il picco, per poi essere nuovamente ridotti entro la fine del prossimo anno.

La corsa al rialzo dei tassi d’interesse si sta rivelando più aggressiva di ogni previsione. Nessuno avrebbe immaginato fino a qualche mese fa che le banche centrali avrebbero agito tutte insieme contraddicendo la politica fortemente espansiva del post covid.

Nell’area euro, invece, la stretta monetaria potrebbe essere più aggressiva di quanto ipotizzato solo pochi mesi fa dai mercati. In questo scenario gli investitori non dovranno lasciarsi intimidire ma sfruttare le differenze tra i mercati che possono venirsi a creare con il disallineamento delle tendenze economiche tra Stati Uniti ed Unione europea. Da questo punto di vista è importante concentrarsi su asset class come le obbligazioni di multinazionali, nonché sul debito di mercati emergenti; questi sono in grado sul breve termine di offrire una maggiore protezione dall’inflazione.

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