Lavoratori autonomi a rischio: così perdi il conto corrente in 60 giorni

Ti hanno mai bloccato qualcosa di fondamentale senza preavviso? Immagina di essere nel pieno della giornata lavorativa, concentrato sul tuo business, e all’improvviso ti arriva una telefonata. Non è un problema tecnico, non è un cliente. È la banca. E ti dicono che non puoi più usare il tuo conto. In quel momento, tutto cambia.

Antonio stava servendo un cliente quando ha ricevuto la chiamata dal direttore di banca. “Antonio, c’è stato un pignoramento sul tuo conto corrente.” Ha lasciato il lavoro a metà, ha chiamato subito il suo avvocato Carmine e si è precipitato da lui. “Ma com’è possibile? Io lavoro in proprio, mica ho uno stipendio fisso. Che significa pignorato?”, ha chiesto sconvolto.

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Carmine ha iniziato a spiegare. Quando sei un lavoratore autonomo, le regole sono diverse da quelle dei dipendenti. “Non ci sono limiti protettivi. Se il creditore,  e in particolare Agenzia Entrate Riscossione, agisce, può bloccare tutte le somme presenti sul conto. Senza bisogno di passare da un giudice.”

“E io quei soldi li posso usare?”, domanda Antonio. “No, fino all’udienza, se c’è, restano congelati. Non spariscono, ma non puoi accedervi.” Se il creditore è l’Esattore, dopo 60 giorni dalla notifica dell’atto, il denaro viene direttamente spostato sul suo conto.

Come funziona davvero il pignoramento del conto corrente per chi ha Partita IVA

Avvocato che tiene in mano la bilancia della giustizia
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Il pignoramento del conto corrente di un autonomo non ha le stesse tutele previste per i dipendenti. Per questi ultimi, si può pignorare solo una parte, con limiti legati allo stipendio e all’assegno sociale. Ma per chi lavora in proprio, le somme presenti sul conto possono essere bloccate interamente, fino a coprire il debito e le spese.

Antonio era confuso: “E se il cliente mi paga domani?” “Anche quelle somme potrebbero finire pignorate, se il primo blocco non copre tutto.” Se il giudice assegna le somme, il pignoramento si chiude. Ma se il debito non è coperto del tutto, può iniziarne uno nuovo.

E con Agenzia Entrate Riscossione, nemmeno serve un’udienza. Notifica, 60 giorni di tempo, poi trasferimento delle somme. Senza passare dal via.

Antonio ha lasciato lo studio con una nuova consapevolezza: anche lavorando onestamente, basta una dimenticanza o una cartella non pagata per ritrovarsi con il conto bloccato. E in quei 60 giorni, il rischio di perdere l’accesso ai propri soldi è più reale che mai.

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