Legge 104, norme aggiornate per i caregiver: chi sono i nuovi beneficiari

La circolare n. 36 dell’Inps ha aggiornato i termini della Legge 104, includendo anche l’assistenza ai parenti dell’unito nelle unioni civili.

 

L’assistenza di un familiare disabile richiede tempo, oltre che abnegazione. Per questo, negli anni, il bacino della Legge 104 è andato ampliandosi, consentendo anche ai parenti del disabile di accedere ad alcuni benefici specifici.

Legge 104 benefici parenti
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L’obiettivo, infatti, era di combinare al meglio la necessità di svolgere l’assistenza domestica al proprio familiare con il lavoro, impendendo quindi che la prima finisse per compromettere il secondo. La via di mezzo giusta è stata trovata. La Legge 104 consente ai familiari che assistono un parente disabile o con invalidità gravi di usufruire di una serie di agevolazioni, sia sul piano economico che lavorativo. Un riguardo verso i cosiddetti caregiver che, spesso, hanno difficoltà nel conciliare le varie esigenze. E che, per questo, fanno grande affidamento sui permessi lavorativi retribuiti assegnati proprio grazie alla legge in questione. Un testo in continuo aggiornamento peraltro, con l’ultima fermata arrivata proprio nel mese di marzo. La circolare Inps n. 36 del 7 del mese appena concluso ha infatti fissato nuovi paletti per la fruizione delle agevolazioni. Senza tuttavia limitarne in alcun modo l’accesso.

Anzi, l’aggiornamento è frutto di un’estensione dei termini previsti, con particolare riferimento alle unioni civili. Fino a questo momento, infatti, accedere ai permessi della Legge 104 in presenza di un’unione civile era consentito esclusivamente se il disabile in questione era l’altra parte. I parenti dell’unito, invece, non essendo riconosciuti come affini, non potevano essere considerati familiari a tutti gli effetti. E, quindi, la richiesta di 104 per la loro assistenza non era consentita. In pratica, ciò che sarebbe invece consentito per i familiari del coniuge, riconosciuti affini in base all’articolo 78 del Codice Civile. La decisione di uniformare la legislazione anche alle unioni civili è derivata dalla volontà di non creare presupposti per una discriminazione.

Legge 104, nuovi beneficiari: cosa è cambiato da marzo

Un chiarimento necessario, quello arrivato con la circolare n. 36. Del resto, anche in altri ambiti, la differenza fra chi è convivente di fatto e chi parte dell’unione civile è oggetto di dibattito e divergenze anche sul piano dei benefici. I conviventi, infatti, sono persone unite da legame di coppia e affettiva, con dichiarazione anagrafica che ne attesta, appunto, la convivenza. L’unione civile riguarda due individui maggiorenni dello stesso sesso, avvenuta con atto registrato nell’archivio dello stato civile. Una condizione che equipara ai coniugi le due parti. La possibilità di fruizione della Legge 104 viene quindi adeguata al fine di consentire eguali accessi anche ai benefici agevolativi per l’assistenza di un familiare disabile. Novità che riguarda sia i permessi che il congedo straordinario per le due parti.

I conviventi potranno quindi fare richiesta dei 3 giorni di permesso mensile riconosciuti dalla normativa per l’assistenza di un convivente ma non assistere parenti dello stesso. Diversamente, per le unioni civili sarà possibile richiedere un congedo straordinario per assistere sia l’altra parte dell’unione che eventuali parenti dell’unito. Trattandosi di istituto giuridico, l’unione civile permetterà di accedere ai congedi straordinari anche dei parenti del partner, ora ritenuti come affini. Un passo avanti in termini di agevolazione. E non solo chiaramente.

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