Legge 104: come trasferire l’indennità di accompagnamento ad un familiare

È possibile trasferire l’indennità di accompagnamento con legge 104, da un caregiver all’altro? Analizziamo il caso considerando le varie agevolazioni.

La legge 104 tutela i soggetti disabili, attraverso prestazioni assistenziali ed economiche, e nei casi gravi prevede agevolazioni anche per i familiari che lo assistono.

Legge 104: come trasferire l'indennità di accompagnamento ad un familiare
Legge 104: come trasferire l’indennità di accompagnamento ad un familiare

Un Lettore chiede agli Esperti di Trading.it, se è possibile trasferire l’indennità di accompagnamento per legge 104. Nello specifico, precisa che: “Salve, mia sorella attualmente in pensione, assiste mio padre che percepisce l’indennità di accompagnamento, volevo cortesemente sapere, poiché io lavoro, è possibile trasferire a me il sussidio di accompagno? ”

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Legge 104: come trasferire l’indennità di accompagnamento ad un familiare

Bisogna fare chiarezza sulla normativa, in quanto l’indennità di accompagnamento è riconosciuta al soggetto invalido al 100% con handicap grave ai sensi della legge 104 articolo 3, comma3. Quindi, non può essere trasferita da una persona a un’altra. Mentre è possibile, in qualità di caregiver, passare da un familiare all’altro, alcune agevolazioni.

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Le agevolazioni della legge 104 in situazione di disabilità grave, nel mondo del lavoro sono: i permessi legge 104 e il congedo straordinario previsto dal dlgs 151 anno 2001.

Permessi legge 104

I permessi legge 104 permettono di fruire di tre giorni al mese per assistere il familiare con disabilità. Inoltre, sono retribuiti e coperti da contribuzione figurativa valida ai fini pensionistici. Ebbene precisare che i permessi legge 104 devono essere utilizzati esclusivamente per assistere il disabile e non per scopi propri.

Il diritto di fruizione dei permessi è riconosciuto ai parenti e affini al secondo grado. In alcuni casi è possibile anche fino al terzo grado.

La normativa in riferimento ai permessi non prevede la convivenza con il disabile, ma solo che ci sia assistenza nel giorno di permesso. La domanda deve essere inoltrata direttamente all’INPS e consegnare copia al datore di lavoro. Per gestire l’attività, il datore di lavoro può chiedere la programmazione mensile delle assenze per permessi legge 104. In casi urgenti, è possibile comunicare l’assenza il giorno primo e non oltre l’inizio della giornata lavorativa. Nel caso esposto, a nostro avviso, è possibile fare richiesta dei permessi legge 104.

Congedo straordinario

Il congedo straordinario permette di fruire di due anni per assistere il familiare disabile con legge 104 e disabilità grave (articolo 3 comma 3). A differenza dei permessi, prevede regole rigide, quale il diritto di priorità familiare e il requisito di convivenza.

I due anni di congedo si possono chiedere una sola volta nella vita lavorativa (anche in modo frazionato in giorni, ma mai in ore). Anche in questo caso sono retribuiti e coperti da contribuzione figurativa utile al pensionamento.

Il diritto al congedo spetta per prima al coniuge, poi se mancante, deceduto o affette da patologie invalidanti, passa agli altri familiare aventi diritto, quindi, al fratello o alla sorella.

Infine, in riferimento ai sussidi per caregiver, le Regioni prevedono dei fondi specifici, quindi, consigliamo di effettuare un controllo, per capire se spetta qualcosa. È possibile consultare direttamente il sito della propria Regione di appartenenza.

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