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Ipotesi sugli incarichi di governo, chi sceglierà la Meloni? Quale la vera natura dell’Esecutivo? Ecco tutti gli scenari possibili

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Meloni vince le elezioni. Ora, ai fini di comprendere realmente la vera natura del suo Esecutivo, importante sarà conoscere i nomi che prenderanno posto nei quattro ministeri chiave della politica italiana.

Quello che attende Giorgia Meloni, il suo partito, e anche il centrosinistra, è un compito arduo. A breve parola a Mattarella, il quale dovrà decidere se conferire o meno l’incarico.

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Nuovo governo e opposizione dovranno dimostrarsi in grado di affrontare gli scenari economici, energetici e internazionali. Spettatori interessati gli italiani, l’Europa, la comunità internazionale e i mercati finanziari.

Senz’altro Mattarella dovrà rammentare alla Meloni che sulla posizione internazionale e sulle alleanze del nostro Paese (Ue e Nato) non è possibile scherzare. Il Quirinale avrà un compito fondamentale, verificare il profilo (e l’anima) dei quattro aspiranti ai Ministeri chiave del nuovo Governo: Economia, Interno, Esteri e Giustizia.

Organi fondamentali della macchina statale, da questi uffici passa la vera natura di un Governo. Qui potrebbero affiorare fondati timori. Ecco tutti gli scenari ipotizzabili.

La Meloni alle prese con le poltrone

La designazione dei ministeri potrebbe svelare molto della natura del nascente governo, le scelte della leader di FdI potrebbero mettere a rischio la sua posizione, mediatica e politica.

Ministero dell’Economia, occhio a Siniscalco

Al prossimo ministro dell’Economia spetterà far fronte a sfide decisive, ad attenderlo una fase pre-recessiva e di elevata inflazione, oltre a non dissolvere quanto fatto dal Governo Draghi partendo dalla completa attuazione del Pnrr, su cui l’Ue accenderà i suoi riflettori.

Escluso il nome di Giulio Tremonti, neo acquisto di Fratelli d’Italia, malvisto da una fetta del centrodestra e considerato su scala europea tra i rei del cataclisma del 2011 che portò lo spread italiano a standard spropositati. Una poltrona su cui non andrà a sedersi Fabio Panetta, il componente italiano del board della Bce.

Nome papabile e che comincia pian piano a emergere è quello di Domenico Siniscalco, già al ministero dell’Economia in via XX settembre nel 2004-5 e che rappresenta oggi il vicepresident e Country manager per l’Italia della banca d’investimento americana Morgan Stanley. Siniscalco è benvoluto da destra a sinistra, ha non poca nozione della macchina del Tesoro ed è grande conoscitore dei mercati finanziari. Certo è che convincerlo non sarà impresa semplice.

Agli esteri circolano i nomi di Tajani e Terzi

Quella degli Esteri è davvero una poltrona delicata. Mattarella giustamente non transigerà e ribadirà l’anima inequivocabile del Paese: europeismo, atlantismo, lealtà alle tradizionali alleanze. Non si accetteranno in alcun modo tentazioni e avvicinamenti al sovranismo filo-russo del Viktor Orbán.

I nomi che circolano sono due: da un lato, Antonio Tajani, fedelissimo di Silvio Berlusconi e già Presidente del Parlamento europeo, dall’altro, Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore e già responsabile della Farnesina, prossimo da sempre a Fratelli d’Italia. Meno papabile l’idea dell’attuale presidente del Copasir, Adolfo Urso.

Meloni boccia Salvini, niente Interno, al Viminale si pensa a un prefetto

Il flop alle urne della Lega di Matteo Salvini sgrava la Meloni di un compito più o meno scomodo: stando ai risultati della tornata elettorale non ci saranno problemi a porre il veto sul ritorno al Viminale proprio di Salvini. Anche in questa circostanza sarà decisiva la parola di Mattarella, con ogni probabilità si virerà su di un prefetto di prima fascia.

Le personalità più quotate all’ingresso al Viminale sono rappresentate dall’ex prefetto di Roma e già vicecapo della Polizia, Giuseppe Pecoraro, e dall’operante prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi.

Ministero della Giustizia, le ultime

In conclusione ecco la Giustizia, alta poltrona fondamentale per il futuro del Paese e per il destino dell’Esecutivo. L’ex magistrato Carlo Nordio, che ha aderito da poco al partito della Meloni, è senz’altro tra i favoriti ma non è scontato che il Ministero di via Arenula sia già da considerarsi suo.

La leader di Fratelli d’Italia dovrà in un qualche modo considerare la coalizione e gli alleati. Un’ipotesi potrebbe immaginare la scelta dell’avvocato e parlamentare della Lega, Giulia Bongiorno, che vanta nomea di moderata. Vedremo.

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