Cosa succede a Monte dei Paschi? Continua il preoccupante declino delle quotazioni della banca

Cosa succede al Monte dei Paschi? Negli ultimi giorni il titolo della banca ha perso quasi l’11% del valore.

Il sistema bancario italiano si sta ripiegando sulla scia della sua reciproca correlazione. Il caso di MPS è emblematico in quanto completamente dipendente dallo Stato.

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La sfiducia degli investitori non fa che accentuarne i limiti finanziari e di sostenibilità; la banca senese rischia di diventare una zavorra che potrebbe scatenare una crisi sistemica. In questi giorni si appesantiscono le perdite sul listino di Piazza Affari, non c’è un obbiettivo di prezzo concreto da raggiungere considerando l’assenza di particolari spunti dal punto di vista microeconomico. La banca rimane legata a Cassa Depositi e Prestiti che detiene una quota del 64%.

Oggi Monte dei Paschi è tra le principali banche italiane la più esposta. Oltre a questo le sue partecipazioni in Titoli di Stato ammontano ancora a 2,4 volte il suo capitale.

Monte dei Paschi; oggi un’azione vale meno di 40 centesimi

Alla vigilia delle elezioni il peso dell’istituto sulle finanze italiane rischia di aumentare; L’amministratore di Monte dei Paschi Luigi Lovaglio ha affrontato un duro lavoro per convincere gli investitori che la banca toscana fosse ancora un affare a fronte dei cambiamenti in corso. Il valore in borsa del più antico istituto di credito al mondo è crollato nel tempo; dal 12 agosto un nuovo calo l’ha portata ai minimi storici, oggi un’azione vale meno di 40 centesimi di euro.

Dal 2008 MPS ha bruciato più di 15 miliardi di euro di capitalizzazione; anche per questo ha dovuto essere salvata nel 2017 con un esborso di 5,4 miliardi. Oggi nelle mani dello Stato le perdite non si sono fermate; da inizio anno la banca ha perso più del 58% del valore della sua capitalizzazione.

A luglio le promesse della dirigenza avevano fatto ben sperare; l’amministratore delegato Lovaglio aveva dichiarato che, viste le buone condizioni patrimoniali della banca, l’aumento di capitale da 2,5 miliardi da lanciare a novembre sarebbe stato imprescindibile e a condizioni di mercato. Di questi il Mef dovrà rispondere per circa 1,6 miliardi mentre i rimanenti 900 necessari sarebbero stati cercati tramite finanziamenti privati sul mercato.

In meno di un mese lo scenario di MPS sembra ora cambiato totalmente

Dal documento di convocazione della prossima assemblea, prevista per il 15 settembre si evince che l’aumento di capitale è scindibile e cioè che la raccolta potrebbe fermarsi a 1,6 miliardi, ovvero quelli garantiti dal Ministero delle finanze. A fronte delle perdite accumulate il patrimonio della banca potrà essere venduto per circa il 60%; poco meno di 5 miliardi su un totale di 9 miliardi e 200 milioni. Ad Agosto Monte dei Paschi di Siena ha raggiunto l’accordo per la gestione di 3.500 uscite volontarie da concludersi al 1 dicembre 2022.

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