Monte dei Paschi di Siena chiude 50 filiali: è l’inizio della fine?

La banca senese si appresta a mettere in campo una nuova operazione per salvare il proprio destino. Nel frattempo chiude numerose filiali.

Monte dei Paschi
Monte dei Paschi (Adobe)

L’annuncio è di quelli che generano tempesta, la situazione di Monte dei Paschi di Siena non è delle migliori e nelle ultime settimane si tenta il tutto per tutto in attesa della fusione con Unicredit. Nel frattempo la banca annuncia la chiusura di ben 50 filiali, con relativa ricollocazione dei dipendenti in qualche modo liberati dalle precedenti mansioni. Questi, infatti, circa 70 risorse, passeranno al settore commerciale. Una nuova piccola rivoluzione, insomma, per la storica banca toscana che oggi vive forse un momento cruciale in attesa di conoscere il proprio futuro.

Nei giorni scorsi numerosi politici si sono espressi in merito alla questione. La possibile fusione con Unicredit sembra ormai essere vicina. Enrico Letta, segretario del Partito Democratico e candidato alle elezioni suppletive alla Camera il prossimo 3 e 4 ottobre proprio a Siena si è espresso ha di recente dichiarato quanto segue: “Mps non è un marchio semplicemente di natura finanziaria, il legame con il territorio e i lavoratori è parte integrante della forza”. La situazione appare dunque chiara, la banca non può perdere il proprio nome, il proprio marchio insomma, la posizione è abbastanza netta.

La banca chiude ed invia una comunicazione ai sindacati: il dettaglio

Monte dei Paschi di Siena, ha comunicato ai sindacati di settore, attraverso una lettera la decisione di chiudere ben 50 filiali con relativo ricollocamento dei dipendenti in esubero. Nella lettera, si legge quanto segue: “Come già per le precedenti analoghe operazioni – scrive Mps  -, la migrazione sulle filiali incorporanti, previa eventuale trasformazione temporanea in sportelli avanzati senza autonomia contabile in relazione alle esigenze operative e commerciali della singola dipendenza, sarà accompagnata da interventi di natura commerciale e processi organizzativi atti a ridurne gli impatti sulla clientela.
Analogamente a quanto già successo in precedenza – continua – in ottica di contenimento degli effetti della manovra, per alcune filiali è stata prevista la migrazione dei rapporti verso due filiali incorporanti. Dall’attuazione dell’iniziativa, su un organico complessivo di 843 risorse (di cui n. 2 dipendenti distaccati da Banca Widiba, n. 4 da Mpscs e n. 1 da Mps L&F) è stimata la liberazione di circa 70 risorse che saranno coerentemente utilizzate nell’ambito della Rete commerciale”.

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A questo punto la palla passa a chi dovrà occuparsi della prossima fusione tra i due soggetti bancari. Monte dei Paschi non vuole perdere la sua identità, almeno secondo il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, ed è molto probabile che questa sia la posizione di una intera città. Le prossime settimane saranno quindi decisive, nel frattempo i dipendenti della grande banca, restano ancora in attesa.

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